giovedì 20 marzo 2008

La legge è uguale per tutti

Nella campagna elettorale e nei bar c’è un tema che mette tutti d’accordo: l’indulto. Una
specie di tana libera tutti, secondo qualche ministro, il lattaio e Gigi il patito di chinotti.
C’è sempre uno dei tre che scandisce ad alta voce la chiosa di un articolo sul giornale preso dal frigo dei gelati: IL COLPEVOLE ERA USCITO DAL CARCERE GRAZIE ALL’INDULTO.

Peccato quel giornale non possa registrare i soprusi, i suicidi che in carcere proprio grazie all’indulto non sono mai avvenuti; peccato quel giornale non voglia contare i tanti reclusi che uscendo si sono redenti.
Sul frigo dei gelati o sui banchi di Montecitorio prima o poi ci vorrebbe qualche copia della Costituzione. Strano davvero che tanti fanatici della legalità ignorino che la pena deve essere improntata all’umanità, che deve tendere al recupero, per legge.
by Poldino

4 commenti:

Daniele ha detto...

Premetto che a mio avviso l'indulto è stato un provvedimento sbagliato.
Detto questo, come sostieni giustamente tu, troppe volte si mette in risalto chi è caduto nella tentazione di commettere un altro reato dopo la scarcerazione e quasi mai si cita chi invece ha effettivamente cambiato vita.

Anna ha detto...

Sono assolutamente d'accordo su quanto esponi, sul recupero e sul reinserimento degli individui, sull'umanità insomma. Peccato che questo indulto sia stato strumentale per molti politici.
Grazie del passaggio e del commento nel mio blog.Seguirò il tuo.
Anna

Anonimo ha detto...

Parlavo ieri sera con un'amica, che ha un'amica che lavora come operatrice in carcere. Diceva: partita con una gran carica, credenza che tutti siano buoni, ma deviati dalla società; voglia di
dare perchè nata in priviliegio di afffetto e condizioni economiche. Dopo anni di lavoro in carcere, ha perso l'ideale, la voglia, la fiducia che possa cambiare

Gianna

Mike ha detto...

L'indulto è analogo ad un condono: sana ciò che non si dovrebbe sanare.
La Costituzione italiana da una parte parla di giustizia certa e dall'altra di funzione rieducativa della pena; ed il punto dolente è proprio questo.
Non mi sembra giusto che una premialità quale l'indulto possa cagionare il venir meno della certezza della pena.
Lei sig. Poldino sta affrontando il probleme dal punto di vista di coloro che già erano carcerati e che sono usciti grazie all'indulto.
Ma si ponga anche dal punto di vista della vittima di un reato per il quale il colpevole non è ancora in carcere.
Vi sarà un processo, una condanna a cui si applicherà uno sconto secco di 3 anni (se il reato è stato consumato prima di maggio 2006). Poniamo il caso che la pena sia di 6 anni (quindi un reato abbastanza grave). qualora il colpevole non abbia precedenti, lo sconto di 3 anni comporta che lo stesso nons conti in carcere neppure un giorno, in quanto si applicano le pene alternative al carcere, presumibilmente gli arresti domiciliari. In questo caso dov'è la finalità rieducativa della pena?