mercoledì 18 febbraio 2009

non è Veltroni

Veltroni dunque ci ha lasciati. Fini, Berlusconi, Bossi, Casini, di Pietro no. Eppure negli ultimi quindici anni qualche sconfitta l'hanno raccolta anche loro. Non è servito a schiodarli dal timone delle loro navi, di cui in qualche caso sono i padroni. Invece il gesto di Veltroni dimostra che il partito democratico non è come i suoi avversari. E' triste constatare che di democratico c'è rimasto solo un partito. Segno che la democrazia agli italiani non piace. I momenti di passaggio sono quelli in cui gli organismi sono più deboli, ma è con la scelta che si può trovare il meglio: i re, tali per via ereditaria, spesso erano ritardati. Un pubblicitario forse consiglierebbe al PD di enfatizzarlo, questo passaggio. E' il segno di una diversità. Che forse può non piacere, ma che distingue e che mette al riparo il PD dal pericolo che, ad esempio, corre la Lega: avere come prossimo segretario il figlio di Bossi, quello che fatica a diplomarsi. Un curatore d'immagine un'altra cosa auspicherebbe: che chiunque sia eletto sia immediatamente riconoscibile, quindi alternativo, antitetico, se possibile, ai leader degli altri partiti. E' troppo pensare ad una donna, ad un gay dichiarato, ad un giovane, del sud o di un'isola che magari abbia abbia vissuto all'estero o che semplicemente abbia dei figli, un mutuo o che abbia una disabilità? Durante la campagna elettorale in un'intervista, alla giornalista che metteva in dubbio l'opportunità di un lotta radicale all'inquinamento Flavia d'Angeli rispose che i suoi due bambini vivevano a Roma e avevano entrambi l'asma. C'è un modo diverso di presentarsi da un'investitura al Lingotto.

12 commenti:

la signora in rosso ha detto...

Condivido completamente il tuo pensiero, penso anche che in questo momento non bisogna permettere che il qualunquismo dilaghi, anche nelle scelte non facili si dimostra carattere.

oscar ferrari ha detto...

Non sarà Veltroni, ma sembra sua sorella...

Luca Tittoni ha detto...

Penso che Veltroni abbia commesso degli errori. Gravi, ma in quello schieramento è il meno peggio.
Tuttavia il progetto del PD ha un'ispirazione che occorre far maturare, serve tempo.
Caino colui che richiedeva risultati subito.
Veltroni è stato bruciato dalla nostra contemporanea velocità con la quale viviamo le idee,le emozioni, i fatti, per poi dimenticarli/archiviarli con una rapidità vigliacca.
Non sono mai stato un elettore di sinistra o di centro-sinistra, penso però che la sinistra italiana o presunta tale sia animata da troppi dissidi interni e oligarchie, poco progressista e molto ancestrale.
In questo l'opposizione diversa di Veltroni può (com'è stato) essere mal digerita da un certo (ampio) elettorato dello schieramento, può far parte di un disegno Veltrusconiano ma, forse, può essere anche troppo avanti all'idea e al fare più comune che si ha di opposizione. Forse questo, era ed è un traguardo troppo alto ancora per la sinistra italiana e per qualsiasi altro partito. Toni accesi, demonizzare, urlare, questo capisce l'italiano medio, su questo basa la popolarità ed il consenso al leader.
Non sono preoccupato del PD, mi preoccupa il sistema monopolare che si prospetta da qui a qualche anno.
Mi preoccupa un Berlusconi solo e nutro la sola speranza che abbassi la guardia per farsi prendere ora da facili, facilissimi "entusiasmi" e MAGARI rimanere fregato... così da liberarci tutti.
Ciao bel post!

Luca Tittoni ha detto...
Questo commento è stato eliminato dall'autore.
DS ha detto...

speranze vuote. credo che il prossimo segretario sarà il più possibile simile ai predecessori, anzi tenterà di emulare il più possibile l'avversario vincente per fare in modo che l'elettore possa sbagliarsi nel mettere la croce.
tommi

Anonimo ha detto...

A differenza di altri, Veltroni si dimette. Almeno una cosa a suo favore la possiamo dire. Ma che lui, e con lui tutte le altre componenti del PD e, aggiungo, le altre opposizioni in Italia non siano stati in grado di opporsi con decisione alla deriva antidemocratica del berlusconismo fa cascare le braccia. Non servivano leggi fatte su misura, bastava applicare quelle in vigore: in quanto concessionario pubblico non poteva farsi eleggere, Rete4 non ha (tuttora) diritto di occupare le frequenze su cui trasmette... Anzi il berlusconismo si è impadronito di chi dice di contrastarlo. In certi casi è stata riprodotto il caudillismo - vedi Di Pietro (che comunque un po' di opposizione la fa). In altri è stato riprodotto il partito gassoso, fatto di un'oligarchia con le sue clientele e con simpatizzanti ma senza i militanti. Il progetto del PD pensato in alto mostra la sua debolezza. L'unico partito strutturato e con basi nel sociale rimasto è la Lega, che infatti ha fatto man bassa nelle ultime politiche, ma che però sta con Berlusconi. Se i politici sfuggono dal sociale a favore degli studi televisivi dell'avversario non possono che raccogliere sconfitte.

fabio r. ha detto...

io sono sempre più convinto che non viviamo in un paese normale. siamo gli alieni d'europa. ed ho sempre più il timore di venire fagocitato dalla nave madre e sputato fuori nei pressi di arcore. bleah!

Anonimo ha detto...

Avete visto “Italians” con Verdone e Castellito?
Bene.. noi “Italioti” siamo così!
Ma quello è un film…. e in fondo la figura dell’italiano bonaccione emerge!
Zio “Silvio” è stato eletto da più della metà degli Italiani. La destra non ha vinto per i merito suo ( stessa cosa in Sardegna) ma per demerito dell’”Intelighenzia salottiera” di sinistra!
Rileggetevi quanto esposto e detto da Enzopenzo !!! Ebbene QUOTO in pieno! ( si può dire quoto su un blog?)
Fabio dice che non viviamo in un paese normale….. ma avete mai letto cosa ne pensano di noi all’estero ( Australia, USA, Inghilterra, e ora anche paesi dell’est europeo?)…

Caro Fabio .. il paese siamo noi!

Che vuoi fare?

ciao

Donna Cannone ha detto...

spin doctor, un modno rivouzionato a suon di yes we can mi preoccupa alquanto. Il fenomeno è relativo.
La democrazia non piace agli italiani tanto quanto non piace in molti altri posti.
Credo che siano le condizioni esterne, ambientali e strutturali - e di necessità, ad aver influenzato il progesso democratico di paesi come quelli scandinavi.
Dunque, finchè non andremo a gambe all'aria, continueremo il declino. Credo.

E cmq certamente la Marcegalia sta alle quote rosa come Mussolini alla democrazia.

duhangst ha detto...

Non credo che la D'Angeli passerà da Sinistra Critica al PD e comunque una così non la faranno mai segretaria, c'è il rischio che faccia le cose per bene.

Anonimo ha detto...

ciao dunhangst, la pensavo come te ma poi mi è venuto in mente Rutelli (che di questo passo finirà nel partito monarchico) e ho immaginato un mondo in cui non tutto il male venga per nuocere.

Vincenzo Cucinotta ha detto...

Non mi pare che una politica sia valutabile in base ai bei gesti, come quello di dimettersi di Veltroni. La mia opinione è diversa. Abbiamo una classe dirigente senza alcuna capacità progettuale, la cui unica preoccupazione è quella di mantenersi in sella o a galla, se preferite. Quindi, questi del PD sono ex comunisti ed ex democristiani. Decidono di proseguire la loro esperienza politica rispettivamente come DS e come Margherita, senza che al vecchio contenuto se ne sia nel frattempo sostituito un altro. Un caso esemplificativo può essere Rutelli, approdato alla Margherita dai radicali: che c’entra con gli ex democristiani? Mistero profondo. Questi due non partiti, visto che essere ex non costituisce un requisito positivo, decidono di mettersi assieme, e udite udite come fanno. Mettono assieme alcuni professori che devono elaborare lo statuto del nuovo partito. Dopodiché si sommano, non è che prima si sono sciolti e poi hanno aderito al nuovo partito. No, si sono solo sommati. Ma che cavolo di progetto politico sarebbe questo PD? Nel frattempo il berlusconismo impazza, mentre questi sono impegnati a pararsi il posteriore l’un l’altro. Uno, Veltroni, non è riuscito a pararselo, e ce lo troviamo estromesso. Tutto qui, l’ultimo atto di una politica vecchia che non ha più nulla da dire e ada proporre. Adesso, per cortesia, pregherei i vari D’Alema, Rutelli, Fassino, e tutto il vecchio gruppo dirigente di andare a casa. La politica non dovrebbe essere una professione: si cerchino un’altra occupazione per la loro vecchiaia, invece di occupare la scena politica, togliendo così ogni possibilità a una vera opposizione.