lunedì 31 marzo 2008

GLI ONORARI DEGLI ONOREVOLI

Perché se ci serve un idraulico non badiamo a spese, se andiamo in vacanza vogliamo il meglio e invece risparmiamo sui politici? Anche al bar è pieno di gente che si lamenta. Dice che i politici guadagnano troppo. In un mese quello che Kakà prende tra il primo e secondo tempo, suppongo. Dice: sì, ma a me che mi frega, Kakà mica lo pago io. Ragiona, milanista. Perché Kakà guadagna quanto tutto lo stadio messo insieme? Perché gioca bene. È il più bravo di tutti, dicono. E Berlusconi che fa? se ne assicura le prestazioni; pagando. Funziona così per un sacco di mestieri, mica solo per i calciatori. Il più bravo piglia di più. Dice che è il mercato. E tu proprio su chi decide se mandarti in guerra lesini? Vuoi che sia un geometra fallito a regolarti la vita? Risparmiando sui politici ti ritrovi con delle leggi che ti fanno andare in bancarotta, perché le fanno degli incapaci. Quelli bravi? Col cavolo che vanno a fare il deputato per quattro soldi. Un amministratore di condominio, se bravo, ti fa risparmiare; ma è chiaro che se non lo paghi a dovere va a lavorare per il palazzo di fianco e a ti lascia con le bollette in mano e il vicinato in crisi. Tu esci e ne approfitti per fare la spesa. E con due conti ti accorgi che il pizzicagnolo all’angolo di nero prende più di un onorevole. Che quindi non deve essere un genio, se no te lo ritrovavi dietro il bancone, non a Montecitorio. Lo sai quanto prende Montezemolo? 7 milioni di euro. Si vede che se li merita, no? Se no mica glieli davano, alla FIAT. Che tra parentesi l’hanno salvata lui e Marchionne. Secondo l’Italia te la salvano a gratis? Il fatto è che i politici guadagnano poco, altroché. Perciò chi può li corrompe, li manovra, li governa. Se no non si spiegherebbe una campagna elettorale che costa più di quanto fa guadagnare. Solo di manifesti Berlusoni e Veltroni hanno scartato l’Amazzonia. Per cosa, per quei quattro soldi che neanche sono sicuri di guadagnare, visto che uno dei due rimarrà scornato? Vale per loro, per Obama e pure per la circoscrizione. Avete mai fatto i conti di quanto costa farsi assessore di una cittadina qualunque? Per cosa, per i gettoni di presenza in consiglio? O l’onore di litigare coi vigili urbani? Non mi fate ridere. Voi e Grillo, che per lui lo scandalo è il barbiere gratis a Montecitorio. Oppure Stella, (buono quello!) che fa le pulci ai politici e non lo capisce che quella è la gente che scegliamo noi, quelli dovrebbero essere i nostri rappresentati, quelli che vanno da Bush e gli dicono: senti pistolero, ma tu ci sei mai stato a Vicenza? Hai mai sentito parlare del Palladio? Grillo li chiama dipendenti, chissà perché. Pure un manager è un dipendente. Ma mica lo sceglie una nazione intera. Centuplichiamo gli appannaggi ai politici e decurtiamo per legge quelli ai manager privati. Lo Stato deve poter avere il meglio, non scegliere tra gli scarti.
NB: Potete sottoscrivere la seguente opzione:
sono d’accordo col genio che ha scritto l’articolo, sottoscrivo le sue riflessioni e sono pronto a votarlo e a battermi affinché possa guadagnare un fottìo di soldi in modo da governare per il progresso dell’Italia tutta.

venerdì 28 marzo 2008

Rimozione forzata

Mi sono dilettata a zonzare fra siti e blog di destra, chè l'autoreferenzialità mi annoia..
Ho lasciato un po' di saluti in giro e sapete che è successo?
Sul sito http://www.storace.it/ hanno cancellato il mio saluto.
Forse perchè gli ho detto che stavo emigrando, essendo che gente come loro fa venir voglia di cambiare nazionalità?
Gliene ho lasciato un altro, ovviamente. Ora vado a controllare se c'è ancora....

Pannoloni della libertà

Spaesati.
Rimbambiti.
Truffati
da falsi operai
dell’Enel,
da maghi
e imbonitori

Rapinati della pensione. Impauriti. Alienati. Fuori tempo nella tecnologia.

Inutili. Li vedi vagare in uffici pubblici saltando il turno perché non sanno interpretare il tabellone di smistamento agli sportelli.

Alcuni attraversano la strada tremolanti, ignari del rosso e delle strisce. Oppure imboccano le rotatorie contromano.
Nei paesi di montagna li vedi passeggiare nei viottoli; avvolte in scuri scialli le donne, i piedi fasciati in ciabatte di lana cotta, gli uomini.

La schiena dice il trionfo della balla di fieno sulle ossa.
E poi li invidi anche, quando al bar del paese si godono le rondini e il primo sole.
Incontinenti e felici

Sorretti da impunita tracotanza – (mai demodé) – arroganti in doppiopetto, attorniati da pin-up e portaborse. Sono gli ultrasettantenni e ottuagenari impomatati politici che si alternano al timone del Paese. Sul palco o dietro le quinte, dove meglio si cela il capello coltivato in laboratorio, la pancera e il rigonfiamento del pannolone.

Lo splendido articolo My Father’s Guilt, di Slavenka Drakulic in Cafè Europa (sulla vita nei Paesi ex comunisti), che racconta della Croazia negli anni ’90


“As in all other communist countries, gerontocracy ruled
and younger generations were totally infantilised
. Somehow, they were always too young to climb high or to reach responsible
positions. These eternal children could not even hope for an
apartment of their own. Instead, they would grow up and have their own children in their parents’ apartment, never even being able to break out of the circle of power within the family.
The other side of this coin was lack of responsibility, for no one
demanded or expected it of us. If something in society wet wrong,
a father figure was expected to deal with it, not a son.
The ultimate result was a kind of bargain: give us a taste of freedom,
(the chance to travel to the West, good clothes, books and records)
and we won’t make any problems for you.

We won’t ask unpleasant questions”.

tratteggia, secondo me, una lucida istantanea dell’Italia e della nostrana inamovibile stirpe di governanti-dinosauri, (di ogni schieramento, laico e non). Un apparato vecchio, datato, polveroso; tendenzialmente massonico e abbastanza inutile; ammuffito, maschilista; nepotista, familista, corrotto, opportunista, fedifrago e malsano.

Più mutande per tutti

Al di là dello specchio, un Paese di (finti) eterni giovani. Spesso complessati. A 30 anni si sparano botox nelle tempie e spendono decine di euro per le mutande di Cavalli, veicolo di accettazione sociale.
Per noi tutto è ritardato di 10 anni: l’età media dei laureati →→ l’età in cui si inizia a lavorare (il praticantato dura fino a 32 anni) →→ l’età del matrimonio →→ della genitorialità →→ e, conseguentemente, l’età pensionabile.
Ovviamente, pure quella cimiteriale, verso cui scivoliamo ingabbiati in contratti co.co.pro. e mutui capestro, ché lo stipendio medio non serve per comprare casa. Anche se è un bene primario, fin da quando abitavamo caverne bio ed eco-sostenibili.

Ancora una volta, il mio pensiero pesante va a Orwell, che tutto vide e tutto scrisse: nulla di ciò è casuale.
La nazione impoverita, affamata, deresponsabilizzata, viziata di giocattoli tecnologici e agitata da pruriti sessuali massmediatici si manovra senza sforzo: siamo un surrogato del trenino natalizio, che tanto piace agli arzilli nonnini al governo.







giovedì 27 marzo 2008

Settimo: non banalizzare

C’è chi ritiene che mettere al mondo un bimbo vi aggiunga un briciolo, o una montagna, di sofferenza, e rinuncia. Con le tecniche anticoncezionali o con l’aborto, se falliscono. Caso disgraziato, tanto da far preferire talvolta il deposito dell’infante nei bidoni dell’immondizia.
La pillola 486 permette di abortire a poche settimane dal concepimento, quando l’embrione misura solo dai 2 agli 8 millimetri: un insieme di cellule, non un corpo.

Sere fa in un dibattito con Emma Bonino, Savino Pezzotta ne ha bocciato l’uso perché “banalizza l’aborto”, come ha detto l’ex sindacalista. Da qualche giorno l’uso di questa pillola è stata bandito dal Trentino, provincia che notoriamente fa dell’originalità la sua bandiera.
Non solo il Trentino, certamente. C’è mezza Italia che preferisce il raschiamento o che non vede l’ora di partorire e, se del caso, di farlo con dolore, come da antico testamento. Perché non è il caso di dimenticare che il partito che offre a Pezzotta l’occasione di aggiungere all’elenco dei suoi epiteti quello di presidente, si definisce cattolico.
Ispirazione che da Cuffaro in poi nessuno discute.
Se decidessimo di strappare una parte di noi, di rinunciare ad essere genitori, di sottrarre una creatura, magari malata, ad anni di spasimi, sarà dunque della nostra banalità che dovremo dolerci, dal confessore.
Rileggeremo la Bibbia. Pare che di Dolce e Gabbana siano firmate le tuniche dei Cherubini più vezzosi e meritevoli, nell’alto dei Cieli.

Facce e martello


In principio era Marcello Carli. Comparendo per primo il suo manifesto aprì la campagna elettorale a Trento. Una faccia da odontotecnico che invitava con umiltà gli indecisi a votare per qualcun altro: L’ALTERNATIVA C’E’, suggeriva la scritta non lontana dal marchio del partito, il CCD.
Ora, dopo un diluvio di slogan un altro manifesto ci ha soggiogati.
Ecco finalmente un candidato che ha l’ironia tra i suoi pregi, quando non l’arguzia. Un modo di guardare alla vita come in controluce: Groucho Marx.
Sebbene con il nome di Agostino Catalano, il celebre attore che sorride sotto i baffoni con aria impertinente non si è voluto smentire e ha inteso onorare il suo cognome gareggiando nelle file della sinistra arcobaleno.
Non dimentico mai una faccia, ma nel suo caso farò un’eccezione” disse una volta l’aspirante senatore. Speriamo gli elettori non facciano lo stesso.

PRO FONDI


Talpe. O bucaioli. Questo sono in gran parte i nostri visitatori, che per due terzi al mare scavavano. Personalità profonde, vogliamo arguirne. Chissà che ci fanno su questo blog. Chissà soprattutto perché si scava: se per costruire fondamenta, e quindi in fondo castelli che restino, o per arrivare al nocciolo del pianeta e della questione. Forse solo per non stare allo scoperto.
Da questi pochi interrogativi avrete capito che chi scrive è stato un piccolo minatore. Uno che finiva l’estate abbronzato dal naso alla tempia e a settembre veniva estratto dal suo cratere quando già progettava cunicoli sotto le dune.
Meglio i costruttori? Mai. Di certo ogni complimento del bagnino lusinga più dell’Infinito scandito da un gobbo con la tosse. Ma chi edifica castelli sappiamo che fine fa. A 16 anni ha un tatuaggio, a 17 la moto, a 22 la laurea, a 28 l’ufficio, a 30 si fa la segretaria, a 32 le lampade.
Noi speleologi siamo pallidi, ignoranti e solitari. Come sempre. Tutte le bambine si fermano a rimirare un castello, dalle buche invece le mamme raccomandano di stare alla larga. Ora lo stesso: rimaniamo sinistri, limacciosi come il fondo del nostro pozzo quando tra la noia di tutti annunciavamo di aver trovato l’acqua.
Scavare è un bisogno di evasione: verso l’altra parte della terra, a costo di bucare la cartina geografica e spuntare sulla pagina del sussidiari; o della Divina Commedia. Perché Dante sbuca a “rimirar le stelle”, ma passando per il centro della terra, mica per lo stabilimento Miramare.
Chi tra le melanzane condite di creme abbronzanti sta a suo agio resti pure sul bagnasciuga, a limare guglie per le pupe. Evanescenti come loro.
In “così parlò Bellavista” De Crescenzo rispondeva all’alternativa di Eric Fromm scegliendo un compromesso: un po’ essere e un po’ avere.
No, la mediocrità no.

Tra una bellezza vuota e una orrenda profondità piuttosto il peggio: una turpe superficialità.


Luca De Feo

martedì 25 marzo 2008

Deep or biuti?

Al mare facevate la buca o il castello?













Costantino di Maria de Filippi o Giacomo Leopardi?
Amanti del bello o della profondità? Stavolta vogliamo scandagliare il vostro animo (e presto pure il litorale, volendo) per conoscervi meglio.

Sicuri di avere lettori che ci alternano con Kant e Schopenauer ma sospettando che si sia infiltrato qualcuno che ci legge cercando donna e cannonata, proviamo a conoscervi meglio. Badate a non essere troppo sinceri: potremmo commentare in latino!
By Poldino

Chi paga i gerani

Quello che si è sempre sospettato ora è certo. Il prossimo numero del giornale tedesco Der Spiegel informa che i separatisti sudtirolesi furono finanziati dalla Germania, naturalmente all’oscuro dell’Italia.
I tralicci saltavano in aria, qualche volta i militari italiani con loro, su ordinazione.
L’indipendentismo era retribuito.
Ciò fino agli anni ’70; al termine dei quali non a caso l’Alto Adige ha ottenuto uno status privilegiato che le lascia quasi tutto l’introito delle imposte senza in pratica il dovere di contribuire alle spese della nazione, che a quel punto diventa poco meno di una sua colonia.
Eppure l’Alto Adige gode per così dire di una buona stampa. Chi avanza l’opportunità di ridimensionare le autonomie speciali deve fronteggiarne l’esempio e le cartoline, argomento di chi mostra come nel suo caso le risorse sarebbero gestite con criterio e l’autonomia avrebbe portato sviluppo e concordia.
L’obiezione non regge: che un ladro gestisca bene i miei soldi non mi consola.
C’è poi da considerare che le autonomie non sono tutte uguali, quella dell’Alto Adige oltre che con l’Austria confina col parassitismo. Un caso diverso dagli altri, non per nulla è solo l’Alto Adige che si chiama Südtirol finanche nella costituzione, dove di Sardinia ad esempio non si parla.
L’Alto Adige, ma anche il Trentino, senza le sovvenzioni sarebbe una Matera qualsiasi, ma meno fertile, senza sole né mare né cultura.
Un cumulo di neve, artificiale.
Il paradosso è che i turisti del resto dello stivale – le altre 101 trascurabili province - visitano le Dolomiti come andassero in Svizzera, a bocca aperta cioè, ignorando che tutto quel lindore è a spese loro.
In tempi in cui dal Kosovo al Tibet si auspicano soluzioni che prendono l’Alto Adige ad esempio proponiamo che come in passato qui i tedeschi, anche lì a finanziare i gerani alle finestre e le baite tirate a lucido, se proprio le vogliono, ci pensino i confinanti.

by Poldino

Anni Zero


Cosa resterà di questi anni ’80 cantava – sembra ieri – Raf.
È quasi l’ora di chiederselo per il decennio che volge al termine.
Che la risposta richieda un minimo di riflessione si capisce già dal non sapere come chiamarlo un decennio che apre il secolo. Anni zero?
Zero come il ground delle Twin Towers, guarda caso. È forse dopo la loro demolizione in effetti che inizia la nostra era. Quella degli Usa a caccia di Bin Laden dove non t’aspetti: da Bagdad a Guantanamo. Ma anche l’era della Cina, dell’India, del Brasile che crescono senza bisogno di sparare. Tutto a spese anche nostre, dell’Europa, con il petrolio che sale e le fabbriche che chiudono, soppiantate dal made in altrove.
Quasi dieci anni fa Clinton bombardava stracci di Jugoslavia, ma si adoperava per una pace tra Arafat e Israele. Oggi Bush scende da cavallo più o meno come chi rompe e scappa senza tenersi i cocci.
E in Italia? La precarietà è diventata la regola, la gente si chiude nei centri commerciali, o altra ne rinchiude nei centri di permanenza temporanea, lager per chi lo shopping non può permetterselo.
Il resto, Madonna, il rap, gli occhiali a specchio, i film dei Vanzina, Parmalat, i brigatisti e Berlusconi, sembrano repliche dei decenni precedenti. Forse in fondo abbiamo trascorso anni sotto un rifugio, come ignorando cosa accadesse in superficie, continuando a canticchiare le canzoni di quando eravamo giovani, distraendoci ma non del tutto col grande fratello e la Nazionale di calcio.
Senza dimenticare mai la Sars, gli attentati, i comunisti, i licenziamenti, lo tsunami. Tante, troppe minacce, per forza che poi l’AIDS passa di moda.
E internet dove lo metti? Ora arriva anche a Cuba, e negli anni ’90 era solo agli inizi.
Allora gonfiò la bolla della borsa, dopo il luglio 2001 ha dato una mano a chi cercava testimonianze sui fatti di Genova del G8.
Il primo sangue del secolo, che annunciava che non solo un altro mondo ma anche questo diventava sempre meno possibile.

by Poldino

domenica 23 marzo 2008

IL VOTO UTILISSIMO, CHE NON SERVE

Poniamo il caso che qualcuno vi informi che presto la vostra banca fallirà. Probabilmente in via precauzionale ritirerete i vostri risparmi, e metterete sull’avviso i vostri amici correntisti, i quali a loro volta faranno lo stesso. In breve, e al di là della corrispondenza con la verità, quella che era l’opinione di un singolo diventerà la realtà perché una banca senza risparmi effettivamente fallisce. Profezia autoavverantesi, la chiamano quelli che se ne intendono, e questo ne è un esempio da manuale.
Ciò che provano a fare quei politici che oggi suggeriscono il cosiddetto “voto utile” è più o meno lo stesso. Il mio partito è forte ma in competizione con uno altrettanto forte della parte avversa, per farlo prevalere date il vostro voto a me, piuttosto che a uno magari più vicino alle vostre idee ma piccolo, ininfluente.
Come chiedere all’oste com’è il vino. Una mistificazione di questo genere, un sollecitare all’omologazione, a portare fisicamente il cervello all’ammasso ci induce a ripete una domanda che facevamo spesso e volentieri da piccoli, nel nostro periodo di irriverenza, a preti, genitori e maestre: ma chi l’ha detto?
Chi l’ha detto che il mio partito è piccolo?
Intanto votiamo, e con pari spazi e dignità per tutti. E poi vedremo che i voti – come diceva Enrico Cuccia, che di banche se ne intendeva – oltre a contarsi, si pesano.
Poldino

Auguri

Fate conto di essere musulmani, ebrei, ortodossi oppure interisti. Di avere insomma una fede che col Papa non c’entri; e provate a passare un Natale in Italia, o una Pasqua, o un Ferragosto. Tutti festeggiano e voi state a guardare. Una sensazione che a molte donne ricorda l’orgasmo. Del partner però, quando ululando anzitempo le lascia insoddisfatte a metà del guado.
Seguono giorni e notte imbronciate.
Il danno naturalmente non è lo stesso per tutti. È minimo ad esempio per gli interisti, cui di questi tempi qualche pausa del campionato non nuoce, ferma restando la sacralità del rito della domenica.
Ma gli ebrei festeggiano il sabato, i musulmani il venerdì. In quei momenti la situazione si rovescia,e tutti sappiamo che godere mentre i presenti sbadigliano induce a ricomporsi, a tirare su la lampo e a fumare nervosamente.
In un modo o nell’altro le feste, se comandate, stonano. Tutti vorremmo festeggiare quando ci pare. Meglio a spasso un giovedì di novembre, piuttosto della ruggine sugli ombrelloni a ferragosto.
Che fare allora?
Sottrarre il destino allo scadenziario della fede e affidarlo al caso.
Mi spiego. Mettere in conto ogni anno poniamo dieci giorni di festa e sorteggiare in che date farli cadere. Le date sarebbero ovviamente tenute segrete dal Ministero delle feste e comunicate solo nella loro imminenza. Potrebbe capitare di alzarsi alle 6 per vivere la solita giornataccia di travagli, trascinarsi in cucina, accendere la radio e scoprire che – Urrà – oggi si va tutti al mare.
Poi, se proprio ci tenete, il panettone portatelo voi.
Buon giorno qualsiasi.
Luca De Feo

EXIT POLL (ovvero l’uscita d’emergenza del pollaio)


31 voti sono un risultato ragguardevole. Chiunque abbia votato sappia che per noi è un vero campione: più di Schumacher e Maradona messi insieme. I risultati vedono stravincere Berlusconi. Si dice che in Italia metà lo odi e l’altra metà lo ami (sono quelli scemi, li riconosci perché non hanno capito che era un voto al contrario). Scherzi a parte molto nemici molto onore, come disse quel tipo di Forlì in guerra contemporaneamente con Stati Uniti e Unione Sovietica. Peccato Marte fosse neutrale.
I nostri – i vostri – risultati ci dicono che Boselli evidentemente non riesce a farsi odiare. È un buon segno? Chissà.
Dimenticavamo: qualcuno si è lamentato, non c’è Veltroni, dice. Aguzza meglio la vista, fratello, è il vuoto tra una riga e l’altra.
(Ora che ci penso non si è lamentato nessuno).









venerdì 21 marzo 2008

Ce li siamo accapparrati!!!

Irriverenti. Graffianti. Ironici. Politicamente scorretti.... Per i 33 trentini e per gli aficionados, per i turisti che non ritrovano la strada nel bosco, e per tutti i nuovi amici del blog.... il Blog a 2 piazze con piacere ed orgoglio Vi offre I DECALOGHI DI LUCA DE FEO (in cambio gli diamo una fornitura annuale di krapfen alla crema, chè alla cioccolata non gli piacciono, ma voi non ditelo in giro....) I pù golosi possono sbocconcellare da qui http://blog2piazze.blogspot.com/2007/04/turisti-in-trentino-alto-adige.html

giovedì 20 marzo 2008

commossa condivisione

Cari amici, è con somma commozione che voglio condividere con voi il

Messaggio della Madonna di Medjugorie del 18 marzo 2008
Cari figli, oggi tendo le mie braccia verso di voi. Non abbiate paura di accoglierle. Esse vi vogliono dare amore, pace e aiutarvi nella salvezza. E per questo, figli miei, accoglietele. Riempite il mio cuore di felicità e io vi guiderò verso la santità. La strada sulla quale io vi guido è difficile, piena di prove e di cadute. Io sarò con voi e le mie braccia vi sosterranno. Siate perseveranti affinché alla fine del cammino tutti insieme, nella gioia e nell’amore, potremo tenerci per le mani di mio Figlio. Venite con me, non abbiate paura. Vi ringrazio.
Pure io! Di esserci, in tanti, a invocare un'Italia laica, resistente, liberata dalla supersitizione

La legge è uguale per tutti

Nella campagna elettorale e nei bar c’è un tema che mette tutti d’accordo: l’indulto. Una
specie di tana libera tutti, secondo qualche ministro, il lattaio e Gigi il patito di chinotti.
C’è sempre uno dei tre che scandisce ad alta voce la chiosa di un articolo sul giornale preso dal frigo dei gelati: IL COLPEVOLE ERA USCITO DAL CARCERE GRAZIE ALL’INDULTO.

Peccato quel giornale non possa registrare i soprusi, i suicidi che in carcere proprio grazie all’indulto non sono mai avvenuti; peccato quel giornale non voglia contare i tanti reclusi che uscendo si sono redenti.
Sul frigo dei gelati o sui banchi di Montecitorio prima o poi ci vorrebbe qualche copia della Costituzione. Strano davvero che tanti fanatici della legalità ignorino che la pena deve essere improntata all’umanità, che deve tendere al recupero, per legge.
by Poldino

Thanatos libera tutti

S T R A G E

6 febbraio, 7 marzo 07, 12 aprile 2007.
11 marzo, 18 marzo 2008.
Madri. Padri. Figlie. Mariti. Amici.
Fuori di testa, ignoranti o un po’ coglioni?
Piccole. Grandi. Magre o grasse?
Forse bionde?
Ignoti al mondo o politicizzati?

….. Sto rovistando fra le pietre tombali che hanno segnato la mia vita dal 2007.
Sto cercando un tratto comune. Che mi dica, che mi spieghi.
O rassicuri.

Come ogni giorno, la risacca della morte ha attraversato la città. Ieri si è portata U.
Guido nel sole, risalendo strade che si ritingono di verde, e non riesco a credere che non vedrà più il cielo, l’erba, le montagne, il traffico di questa città atrofizzata.

Blind date per venerdì?
Accoccolata in posizione fetale, ieri notte ho stretto al petto le ginocchia sotto le coperte.

In attesa. Del mio ultimo respiro.
Come faccio a sapere se domani tocca a me? E venerdì? O forse sabato?
Come faccio a programmare?
Come faccio a sopravvivere?
Ogni tanto mi ricordo di guardarla in faccia.
E questa sera, glorificando una vita goduta pienamente, l’ho smascherata:
La paura della morte è persino banale. Deriva dal non saperne NULLA.
Cosa ci succede. Quando. Perché. Come. Dove.
Se c’è qualcosa dopo, o niente.

La paura paralizza, dunque per quella che sembrerebbe una folle genialità - diabolica o divina – ma comunque involontaria, la mente umana dimentica. Tutti i giorni.
Taglia le domande come unghie la mattina. (Vivere è incoscienza).
Le stordisce con la birra e una scopata la sera. (Dimenticarsi di morire).


Eterno blog dona loro, signore
Un giorno morirò. Intorno a me, che cosa cambierà? Chi continuerà il mio blog? Che ci si fa con i blog dei morti? Rimangono sospesi nel web? Chi glielo dice a Google di spegnerli?

Un po’ li invidio Riccardo, Gemma, Pierpaolo, Andrea.
Loro lo sanno, adesso, e non scalpitano più.

Hanno finito di sudare e tremare da soli sotto le coperte.

Quando morì, chiesi alla mia nonna di venirmi a dire se c’era qualcosa dopo la morte. Non è mai arrivata. Qualche volta mi sono detta che forse aveva altra gente da avvisare. Però lo so che mi voleva bene, quindi a quest’ora sarebbe dovuta arrivare pure da me. Quindi forse non è colpa sua, magari l’hanno trattenuta. Lei lo sa che ci tenevo.

Che fare, dunque? Abituiamoci all’idea, guardiamola in faccia e facciamo i patti:

se muoio prima io, se c’è qualcosa, te lo vengo a dire.

Se muori prima tu, fai uguale.
Sempre meglio che continuare, dopo migliaia di anni, a raccontarci fregnacce e strumentalizzare le paure.

mercoledì 19 marzo 2008

martedì 18 marzo 2008

Manuale del blogger e del cyberdissidente



Ecco il link per scaricare il manuale
del blogger e del cyberdissidente,
pubblicato da

domenica 16 marzo 2008

Il candidato per cui non votereste mai

Tra un mese ci sarà quella formalità che chissà perché chiamano come la scelta che nella democrazia i cittadini fanno dei propri rappresentanti: le elezioni.
Stanchi dei sondaggi e delle trasmissioni che prima li drogano e poi li citano, questo blog lancia la prima di una serie di iniziative collegate.
La prima si chiama: Onorevole Tafazzi, ovvero “piuttosto una martellata sui cocomeri”.
Per rispondere ai tanti indecisi e stanare gli ancor di più che come ideologia hanno il credo “sono tutti uguali” neanche votassero in Giappone, proponiamo un sistema di rilevazione che va per esclusione. Come in certe gare di ciclismo in cui ad ogni giro si elimina l’ultimo arrivato, vi chiediamo di indicare non la vostra preferenza ma il contrario: il candidato per cui proprio non votereste mai. (Non barate: è possibile dare un solo voto.)


by Poldino

sabato 15 marzo 2008

La morte nell’accappatoio


P E S A N T E
Varco questa giornata di tiepido sole con tutta la corpulenta pesantezza del mio essere su toni cimiteriali che come mosconi mi ronzano in testa da settimane…
Risorta dal tumulo del mio ufficio sepolcrale, i pensieri corrono a sfracellarsi sulla tastiera.



Anche gli animali temono la morte.


La fiutano, la sfuggono, la soffrono.


Ogni respiro è un passo verso la morte.


Ogni mattina è una scommessa.


Compagna fedele, la morte ci siede accanto, si alza e si addormenta con noi, ci sta addosso come un’ombra, ci aderisce come il sudore in agosto, ci avvolge come un accappatoio. Eppure - in questo Paese e in questo tempo -, non siamo in grado di gestirla.



Fenomenologia del sepolcro
L’esasperata esaltazione del corpo – giovane e sodo – e del suo commercio, e l’esasperazione della morte violenta sono i modi più comuni per parlarci di morte.
Ieri sera Radio Rai ha mandato in onda un tal monsignore in celebrazione della pasqua, che si vede e si sente, gesù è sempre con noi, quindi tanti auguri miei cari, mi raccomando le palme domenica, e, subito dopo, lo spot cinematografico dell’imperdibile apoteosi di cattiveria “Onora il padre e la madre”.


Succulento canederlo di sentimenti contrastanti, questo piccolo, etereo episodio ci inchioda ai mortiferi estremi fra cui ci dibattiamo: paternalistica e consolatoria rassicurazione religiosa, con fruizione del funerale come rito sociale catartico esorcizzante che allontana da sé le domande e le paure, liquidandole in mantra spesso incomprensibili ma dall’effetto balsamico, in cui demandiamo a un “funzionario” la responsabilità di decretare il senso di una vita e di una morte.
Oppure laica e disperante violenza sui corpi, stremati dallo spinning e maciullati da pirati della strada e da ex coniugi, o minacciati dai terroristi.


Soffocanti ramaglie mortifere
Gli stridenti comportamenti della nostra società evocano un essere bicefalo prigioniero di se stesso, che ininterrottamente chiede aiuto: un essere infantile e schizoide, incapace di riflettere su se stesso, astrarre ed elaborare la realtà, gestire i propri impulsi e, dunque, destinato a non crescere e non maturare. Come inesperti Pollicino, persa la strada sfariniamo saggezza lungo i secoli, ma la tecnologia che stringiamo in mano non rammenda il sacchetto della farina.
L’I-pod non fornisce risposte esoteriche.



She’s in Parties*
Ammiro L. De Marchi (http://www.luigidemarchi.it/) e il suo racconto del timore della morte. Con semplicità e senza ipocrisia disvela il balzello notturno del cuore nell’agonia febbricitante dell’insonnia – il momento in cui seppur stremati, rifuggiamo dall’addormentarci per paura di morire, convinti che il prossimo battito del cuore sarà l’ultimo.
Con lui, non essendo in grado di offrire filosofie orientali, (che paiono suggerire alle inquietudini spirituali uno spettro più ampio di scelte), guardo avanti e propongo di districarci fra le famigliari, soffocanti, ramaglie mortifere.
Prima che il rigor mortis ci raggeli il sorriso, sfogliamo crisantemi virtuali.



Crisantemo giallo-blu: sulla brochure del Comune di Trento ho trovato un rimando ai servizi cimiteriali online. Seguendone la traccia, tuffandomi a random nella rete ho guizzato fra i siti dei Comuni di Verona, Roma, Napoli, Agrigento, Reggio Emilia,…. e ho scoperto che, mediamente, una pagina o più dedicata ai servizi funebri/cimiteriali è offerta dal Comune ai cittadini, con le informazioni più varie su che fare in caso di morte di un parente.



Crisantemo azzurro, come la brochure raccolta 2 anni fa in un bar di Brunico – in cui una associazione locale proponeva una serie di incontri (laici) incentrati su come affrontare con serenità la morte e il lutto in famiglia.



Crisantemo tartan, per ricordare che già 10 anni fa in Inghilterra sentivo in radio spot di studi notarili e assicurazioni proporre di valutare la formulazione del proprio testamento e sincerarsi che la propria volontà fosse rispettata post mortem.



Crisantemo Poppy, come il modello della bara ecologica di Eco Coffins Ltd, 100% riciclabile, disponibile in vari colori o personalizzabile secondo il nostro gusto e con le immagini preferite. La eco-bara rende il funerale più sintonico con l’indole ed il gusto del defunto: liberi di scegliere le immagini che accompagneranno la nostra decomposizione sostenibile. Pronta consegna anche in Europa. Per info http://www.ecocoffins.com/
PS: il 2 febbraio a Londra si è tenuto l’affascinante “Dying Workshop”, organizzato dal Natural Death Centre.



R.I.P.
Nei recessi di ognuno si celano queste paure. Non ho pretesa di esorcizzarle, ma senz’altro vi invito a raccontarle (anche in forma anonima, o privata, scrivendomi un’e-mail), se riterrete di farlo.
Nell’attesa della vostra venuta, un po’ alleggerita della mia pesantezza dell’essere – e soprattutto del NON essere -, estremamente vi saluto.
La Donna Cannone




* splendida canzone dei Bauhaus che mi risuona nella mente da venerdì sera e che bene accompagna queste note.

She's in parties

Trentinario R.I.P


TRENTINARIO IS DEAD
Apprendiamo con cordoglio che Trentinario è
prematuramente defunto.
Lunga vita ai suoi contributors,
che tanto abbiamo ammirato.
In particolare LdF
con i suoi esilaranti, acidi, corrosivi decaloghi
e Spartaco
con le lucide e affascinanti seduzioni
letterarie e cronachistiche.

Culla della Donna Cannone,
che smaniosa di
emancipazione trasferì sulle 2 piazze

le corpulente membra.

Singhiozzando vi confesso che continuerò - impertinente - a resistere e capriolare!

Ehi sexy lady

48enne trentino sano e porcellino cerca coppia con lui bisex per giochi a 3, non importa età, no mercenari, solo coppie pulite, precedenza a risposte con foto di entrambi allegate.




In qualsiasi provincia troviamo quotidiani e riviste il cui bilancio dipende, in tanta parte, da annunci del genere.

Sfoglio il giornale sorbendo il caffè, lo sguardo illanguidito. Sbatto le ciglia e scuoto le trecce, mi trastullo con una ciocca e alcune domande: che aspetta l’amico papa a infiammarsi minacciando di sùbita discesa agli inferi le giovini pulzelle che han preso parte al casting di Naked News e gli aspiranti spettatori sbavosi? il berlusca* & compari, gli attempati milionari attorniati di tettuteaspirantimodelledisponentitempolibero; le studentesse impertinenti che chiedono come svangare un destino da precarie, le donne di provincia che si prostituiscono per far quadrare il bilancio e i ministri intoccabili che sfasciano il Paese?

Mi rispondo: le coscienze ottuse gli fanno comodo, dunque non ciancerà. Ergo, tocca a me, ancora una volta, farmi carico delle perplessità solleticate dai fatti di questa ventosa giornata di marzo.

Donne du du du, smutandiamo i milionari?
  • Sposare un milionario
  • Approdare a Naked News
  • Prostituirsi la 4° settimana del mese (cronaca locale)

Sono 3 notizie di oggi le cui protagoniste sono donne. Molte sono studentesse o laureate. Grazie ai miei canali informativi privilegiati (Radio DJ), aspettavo da un po’ l’approdo di Naked News sui nostri teleschermi. E finalmente, dunque, posso dar sfogo al mio compatimento delle giovani sciocche che hanno raccontato ai vari tg di aver fatto una scelta “alternativa” “diversa” “libera”, nel partecipare al casting.
Da anni constato la stupidità di molte donne. Smaniose di apparire e posare più o meno svestite; le osservo - ignare di essere aggiogate a una società maschilista il cui sguardo lubrico le inchioda in tanga allo schermo o a un cartellone pubblicitario; l’approvazione sessuale maschile diventa per loro forma di accettazione. Trovo SUBLIME che tale “accettazione” (o riconoscimento) maschile le renda altezzose, (facendole sentire persino superiori ad altre donne).

Poiché arrabbiarmi mi guasta la digestione, contemplo il rinnovato sfascio del Paese; sculettando continuerò ad attraversare logiche maschiliste, sfracellandole con il sorriso e l’aria ingenua di un’eroina di Liala…. Che ne dite della mia bozza di annuncio?

L’affascinante Donna Cannone, fotomodella laureata per hobby, disponendo tempo libero, valuta offerte di collaborazione e/o servizi.





venerdì 14 marzo 2008

Presidenti operai

Nello stesso giorno in cui l'ex presidente operaio nostrano riempie i media con le sue cazzate planetarie, il presidente operaio Lula rivendica il fair play per i brasiliani di pelle scura, in particolare sui media, osservando che solitamente quando si parla di loro, è per denigrarli.
"(...) Porque muitas vezes o povo não consegue nem conquistar a auto-estima. Quando mostram um negro na televisão, normalmente é quando ele está sendo preso pela polícia", disse o presidente.*
Campioni del mondo!!!!!!!!! Campioni del mondo!!!!!!!!!

giovedì 13 marzo 2008

Asia....


...Credo che Lei abbia vissuto per parecchio tempo in Asia....Perchè solo un mongolo poteva fare un posteggio simile!!!


Ecco cosa ho trovato ora sul parabrezza!

Ammiro l'organizzazione di chi mi ha lasciato questo cartello: scritto al PC e stampato.

Decisamente utile, me ne farò varie copie da tenere sempre pronte all'uso!

Il ping pong nel futuro del turismo trentino.

Ieri sera si è tenuta al Palazzo della Regione di Trento una interessante conferenza intitolata “Quale turismo per le Alpi?”.

È il secondo anno che l’associazione trentina http://www.tremembe.it/ propone questo incontro pubblico, con lo scopo di riflettere su varie modalità sostenibili di sviluppo turistico nel’arco alpino.

L’arena di dibattito, tuttavia, è andata deserta, nel senso che le 3 relatrici, (Mariangela Franch, professoressa di marketing della Facoltà di Economia di Trento, Marcella Morandini, direttrice di Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige e Alessandra Odorizzi, direttrice APT Terme di Comano - Dolominti di Brenta) rappresentavano unione di idee e di intenti, non certo le posizioni né le esperienze di impiantisti o tradizionali albergatori golosi di fatturato ad ogni costo.
Come in un torneo di ping pong, invece, 3 dirigenti di aziende turistiche di grosse zone sciistiche locali hanno scantonato, rimbalzandosi la palla dell’invito a presenziare come relatori. Hanno ritenuto che non fosse il caso di esporsi manifestando in pubblico le ragioni di chi sostiene e ripropone uno sviluppo tradizionale – spesso tradotto in colate di cemento, tonnellate di neve artificiale e scaltri impianti di risalita, alberghi sulle piste et similia.


L’avvocato del diavolo in vacanza
Se ci rinfranca sapere che un potenziale 30% di mercato turistico è interessato alle offerte “eco-sostenibili” (e dunque essere competitivi significherà, nel medio periodo, soddisfarne le richieste), con malizia leggiamo fra le righe delle future brochure, che relax, silenzio, passeggiate, contemplazione della natura “sfruttano” il malessere diffuso nella nostra società – dallo stress lavorativo al caos e all’inquinamento di vario genere.
Ascoltare la proposta di attraversare le Alpi con vari mezzi eco-compatibili – dagli scarponi alla funivia, dalla bicicletta al treno, avendo ancora negli occhi le immagini di “Biutiful cauntri” ci fa concludere, però, che per tanta parte della penisola una semplice malga in un prato fiorito sotto le pendici alpine possa accattivare come un Eden novelli Adamo fuori provincia.
Quali cambiamenti epocali ci dobbiamo attendere, dunque, ancor non si può dire…

GT: il Grande Trentino





Anni fa si tenne una mostra di fotografie aventi ad oggetto gli spaventapasseri trentini. Accogliemmo l’iniziativa come gli studi sul Canova a Roma o le letture di Leopardi a Recanati: ognuno espone ciò che di più rappresentativo può vantare.
L’arte però va avanti, si evolve. Sarà allora il caso di aggiornare il padiglione trentino in un prossimo expò e al posto di spauracchi montare la foto di un albergatore della Val Rendena con annessa locandina che ne spieghi le gesta, altrimenti destinate a restare confinate sulla cronaca di questi giorni.
L’uomo, non per niente un imprenditore, un uomo del fare, uno di quelli che rischiano ma che portano avanti la nazione e la nostra provincia, decide di investire 80.000 euro, probabilmente una piccola frazione del suo incasso in nero annuo. Per ammodernare i locali?


In una campagna pubblicitaria? Per far crescere professionalmente i propri dipendenti?
Macchè, sennò che imprenditore sarebbe?
Lui l’affare lo vede in TV: entrare nella casa, quella per antonomasia, partecipare al Grande Fratello.
Naturalmente, da bravo imprenditore, il nostro albergatore però sa come vanno certe cose, sa cioè che bisogna violare la legge, e non si fa scrupoli, se no farebbe un altro lavoro. Gli 80.000 di cui sopra li versa così ad un millantatore che gli assicura il coronamento del suo sogno: spulciarsi su un divano davanti alle telecamere; probabilmente solo una variante più spossante della sua ordinaria attività di gestione della fatica altrui.
Come mai tutti dicono che a portare avanti l’Italia sono gli imprenditori e poi ci accorgiamo che siamo sull’orlo del baratro? Lo capiamo da questi 80.000 euro persi e dal modo escogitato per recuperarli. Il nostro eroe della Val Rendena, uomo di concetto, anche in questo caso piuttosto che lavorare preferisce fare da manager, come dicono i biglietti da visita del popolo delle partite IVA. Assolda quindi due calabresi e li incarica di estorcere il mal tolto al millantatore, il quale però a questo punto denuncia i due e il loro mandante.
Come si vede, i motivi per un ritratto in bronzo dell’aspirante Taricone ci sono tutti. Il caso è rappresentativo: il trentino abbindolato dalla TV e da qualunque cosa appena metta il naso fuori dalla sua oasi autonoma, ricco, che esalta il lavoro e l’onestà salvo noleggiare i terroni di turno, interdetto all’onestà e al ragionamento prima, durante e dopo.
by Poldino

mercoledì 12 marzo 2008

Eroi, santi e autonomisti





Se c’è una cosa che al Trentino riesce è valorizzarsi, vendersi. Delle montagne, non le più alte, si è spacciata la bellezza, il MART celebra tali Botero e Segantini neanche fossero Raffaello e Modigliani, nella conca di Torbole ci sono probabilmente più surfisti che in tutto il golfo di Napoli.
Le mele sono diventate una specialità, pagare per schiantarsi sulle piste una moda. Come attraversare lo stivale per fare ressa tra le bancarelle di Natale.
Qual è la stagione che meno si sopporta, o la disciplina e il paesaggio più ostili? Eppure l’Autunno Trentino è diventato un appuntamento, come il festival della montagna, e quello dell’economia.
De Gasperi, uomo di potere messo a riposo da un Fanfani qualsiasi, merita fiction e libri.
Muri sono state promossi a castello e subito cinti di guide e parcheggi. I centri storici brillano come outlet per i visitatori che assistono alle feste vigiliane credendole precedenti all’invenzione del telefonino.
D’estate intellettuali arrancano a lungo per poi stramazzare sui prati ed essere trafitti da concerti d’arpa, altri pagano la scomodità chiamandola agriturismo.
Dell’ università si vantano le pagelle dei quotidiani di casa nostra e si tacciono le graduatorie internazionali che citano la Bocconi, non Povo.
A cosa ricondurre allora questa capacità, questo votarsi all’anima del commercio vendendo anche al propria? Ad un miracolo, ovvio.
E qui andiamo sulle dolenti note. Perché il marketing ha dimenticato qualcosa: un santuario degno di questo nome. A Pietralcina quel che resta di Padre Pio muove un indotto che arricchisce tutta la provincia di Foggia e quella di Trento che fa, aspetta la manna dal cielo? O da Roma?
A Loreto, a Medjugorie, a Lourdes, a Fatima la devozione frutta e nel nord Italia a questo riguardo ancora manca un’offerta. Ma non era terra di imprenditori? Non di santi, evidentemente. Colpa della religiosità alpina, forse, per certi versi un po’ calvinista e luterana, austera.
Che fare?
La prima idea è di aprire un giornale locale e scegliere un barbone, un extracomunitario, un operaio che soccomba in questa splendida terra di opportunità e accoglienza.
Ma forse stonerebbe, l’immagine dell’orso Jurka potrebbe venirne compromessa. Meglio compiere un pellegrinaggio alle urne elettorali e continuare a lasciare (ex) voti a Santa autonomia.


by Poldino

martedì 11 marzo 2008

KKK? (no, è Sorrento)


Giovedì e venerdì santo a Sorrento.

Le testimonianze dei primi cortei risalgono al 1500: percorrevano le vie della città cantando salmi, portando una croce tra 2 lance. Verso il 1700 alle processioni si aggiungono lampade, fiaccole e stendardi.


La processione bianca prende il nome dal colore delle vesti; il corteo sfila in silenzio, i volti incappucciati. La tradizione ricorda la madonna alla ricerca del figlio catturato e condannato a morte.


Nella processione nera Maria ritrova il figlio morto in croce.

Il corteo sfila in saio e cappuccio nero.

Croci, stendardi e canti rievocano tradizioni millenarie



lunedì 10 marzo 2008

Bella e impossibile

Rosa Bazzi: «Azouz era pazzo di me»
Mi voleva a tutti i costi, era cotto di me e mi ha violentato. Ha detto che voleva ammazzare l'Olindo e che dovevo diventare sua moglie, che mi voleva portare al suo Paese». È quanto ha raccontato Rosa Bazzi nell'interrogatorio dello scorso 6 giugno, la cui registrazione è stata diffusa in aula lunedì al processo per la strage di Erba.

L'imputata parla della presunta violenza sessuale che avrebbe subito da Azouz Marzouk, che l'ha già querelata per calunnia e in un biglietto scritto al suo legale, lunedì afferma di non aver «mai tradito Raffaella, l'amavo troppo. Il racconto della "bella" signora - ironizza Azouz - non merita commenti e comunque, come è facile immaginare, non è mai stato il mio tipo». (http://www.corriere.it.
10.03.08)

sabato 8 marzo 2008

A testa in giù

Ho raccolto, tenuto, stampato una serie di articoli – negli ultimi mesi, che raccontano di violenza, crimine, omicidi in famiglia, uxoricidi….
L’assunto che l’informazione sia manipolata e filtrata a monte; che certi crimini siano sempre esistiti, ma che i mass media globalizzati e una popolazione più alfabetizzata ne amplifichino l’eco sono gli ingredienti del soufflé di pensieri che vi servo quest’oggi.

Sglurrt spurtlun urdag Homo
C’era una volta un homo di Neanderthal, che voleva rubare al suo vicino cavernicolo un bel pezzo di carne succulenta. Si acquattò dietro un cespuglio e quando il vicino passò, il Neanderthal gli diede una randellata in testa e gli fregò la carne.
Qualche tempo dopo, il Neanderthal fu attaccato da un branco di lupi, e si avvide che, suo-sgrunlt-malgrado splurt gurgl scheissgrrrrr urrrrghhh, da solo non ce la faceva a smazzularli tutti. Sicchè l’indomani, col culo a brandelli, corse dal cavernicolo che aveva randellato e gli promise - urgl oppr mano sul frfrfrfrung-cuore - che non lo avrebbe piùpiùpiùpiù randellato, se al prossimo attacco di lupi lo aiutava a smazzularli.
È un po’ così che - immagino – è nata l’esigenza di dotarsi di norme sociali, consuetudini e leggi; a tutela del singolo e poi del gruppo, fino al diritto internazionale. Al punto che oggi guardiamo ai Paesi con maggiore ordine sociale e minor tasso di criminalità (tipo Austria, Tirolo, Scandinavia) come fulgidi esempi di civilità.

Rifiuto, ovviamente, posizioni “buoniste” del tipo che l’essere umano nasce buono, siamo tutti uguali, ci vogliamo tanto bene…. E credo invece che potenzialmente saremmo tutti guerrafondai, omicidi, ladri, sfruttatori, rivali o bugiardi. La differenza sta fra potenzialità e messa in atto.

Sangue e arena
La convenienza a comportarci bene (“se fai il bravo puoi andare a giocare in cortile…”), il timore della sanzione o punizione, o addirittura l’assuefazione all’obbedienza - placida e non ragionata - nel tempo possono anestetizzare lo stimolo a comportamenti rabbiosi, irrazionali, riottosi, violenti, vendicativi.
Che la cronaca nera nel nostro Paese, seppur abilmente spettacolarizzata, abbia un seguito così nutrito, mi induce a interrogarmi sui pensieri nascosti del lettore/spettatore medio.
Sospetto che in tanta curiosità si crogioli un che di morboso, uno sguardo lubrico in tralice, una scheggia di desiderio proibito: di poter mollare i freni, disobbedire, mandare affanculo, lasciar montare la rabbia come un’onda anomala, fino a menare la moglie, sgozzare la suocera e bastonareilvicinochetifregasempreilparcheggioehaancheun’auto piùbellamanonfauncazzodallamattinaallasera(mentretutifaiilmazzoancheaNtaleeSantoStefano); mandare affanculo il capo che ti schianta i maroni dalla mattina alle 8 fino alla sera alle 5 …..
Insomma, BOOM! Finalmente mollare tutto, cedere al raptus - liberatorio e barbarico - ché del doman, comunque, non v’è mai certezza.
In questo comportamento – che solitamente attribuiamo ai popoli “più involuti”, (dal terrone nostrano al negro dell’Africa), possiamo leggere la vera natura umana in tutta la sua passione.
Nel rituale sanguinolento e quasi magico, ciò che rende un uomo (o una donna) verace, spontaneo, passionale e SINCERO.

Da qui, forse, una parte del fascino morboso che suscita certa cronaca, un varco dove dar briglia sciolta a atroci fantasie.

giovedì 6 marzo 2008

Boletín Extraordinario - (Saturday Night Fever)

El Pregón Oficial de la Semana Santa se realizará esta noche a las 20'30 horas en la Iglesia Conventual de San Antonio. Organizado por la Junta de Cofradías de Penitencia y Gloria de nuestra ciudad y será oficiado por el Excmo. Sr. D. José María Ramírez Morán, Alcalde-Presidente del Exmo. Ayuntamiento de Almendralejo.Durante el transcurso, la Agrupación de Música de Cámara del Conservatorio Oficial de Música

ofrecerá un concierto y se entregarán los premios del fallo del concurso de Platos de Cocina de Cuaresma.Así mismo, mañana Domingo, en la Iglesia del Corazón de María a las 20'45 horas, se oficiará una Misa Réquien en Latín "Adoramus Te, Christe" con la intervención de la Capilla Gregoriana del Santísimo Cristo del Calvario de Mérida.
Appuntamento in pza Duomo sabato ore 20.30 -

lunedì 3 marzo 2008

Giumbolo for President

Ah!Ah!Ah!Ah!Ah! Eccomi qua! Eccomi qua!
Mi chiamo Giumbolo Giu-giumbolo Giu-giumbolo

Io son felice sempre gongolo e rigongolo
Quando mi muovo io ballonzolo ballonzolo
poi gongolo e rigongolo la notte e il di

Mi chiamo Giumbolo Giu-giumbolo Giu-giumbolo
Io sempre rido quando dondolo e ridondolo
Ma se girondolo io ciondolo e riciondolo
poi gongolo e rigongolo la notte e il di

E quando gongolorollolo divento il simbolorollolo di tutto quellorolollolo che gioia da
E quando gongolorollolo divento il simbolorollolo di tutto quellorolollolo che gioia da
Mi chiamo Giumbolo Giu-giumbolo Giu-giumbolo


Io son felice sempre gongolo e rigongolo
Quando mi muovo io ballonzolo ballonzolo
poi gongolo e rigongolo la notte e il di

Paraponzipo paraponzipo paraponzipera
Paraponzipo paraponzipo paraponzimela


E pera e mela, mela e pera e mela, mela e pera mela e mela e pererò mela mela pererò
Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!Ah!


Più affascinante di Sarkozy.

Più credibile del Berlusca

Più simpatico di Veltroni....
Non ho più dubbi su chi votare.