lunedì 21 luglio 2008

hasta l'autonomia siempre

Siccome, lo dicono gli indici della qualità della vita, a Trento non manca nulla, da qualche tempo chi arriva nel capoluogo non può non imbattersi nel centro sociale Bruno, così intitolato in onore di un orso, evidentemente ideologo dei ragazzi asserragliati nella struttura, a quest'ora probabilmente strenuamente presi dalla lotta per un torneo di bigliardino.
Loro forse il merito di aver decorato lo stabile con un maestoso ritratto del plantigrado cui la porta fa anche da muso. Al di sopra di esso i tinteggiatori non hanno tralasciato di precisare, in caratteri blu: CENTRO SOCIALE PER L'AUTONOMIA.
Sapevamo che si può morire per Danzica, la libertà o la Juventus, ma questi Enrico Toti della gestione locale dell'IRPEF li ignoravamo.
Regioni come la Sardegna o la Val d'aosta sono autonome perchè particolari; il Trentino è particolare perchè autonomo. E' stato il regime fiscale a permettergli un benessere che lo distingue dal quello stivale che nelle classifiche UE duella con la Grecia.
Come con la tetta della mamma, i trentini all'autonomia si sono ovviamente affezionati, tanto da dichiararlo con meno vergogna di quanto facciano i siciliani quando proclamano la loro fedeltà alla mafia.
A supportare questo sentimento, a nascondere le legittime motivazioni di tornaconto un apparato ideologico provvede a esaltare piatti, bellezze e personalità locali, da miss Italia allo Speck a Segantini. Fino a ficcare la parola Trentino nella linea dei bus, nella società che eroga l'elettricità, nel quotidiano più diffuso.
L'aquilotto simbolo di questa provincia che prima dell'Autonomia registrava molti casi di pellagra e oggi di sportelli bancari compare dappertutto: sui tombini, sulla carta intestata, sui aiuole, sui paletti degli spartitraffici.
Solo folklore? Non proprio se un cittadino italiano prima di avere il diritto di voto alle elezioni amminsitrative da queste parti deve risiedervi da almeno cinque anni.
Un fortino, più che una provincia. Un angolino esclusivo. Per entrare a far parte di questa Montecarlo nostrana paesini confinanti che mezzo secolo fa optarono per appartenere al Veneto o per la Lombardia rivendicano le comuni radici. Anche di mele, patate e fagioli.
A fronte di tanta opulenza la nostra è in fondo una curiosità da quattro soldi: chi paga le bollette del centro sociale? Chi permette che uno stabile in centro sia destinato a quell'uso?
Il centro sociale è sicuramente l'unico luogo di incontro e di confronto culturale della regione ma la domanda resta.
A essere capziosi potremmo domandarci cui prodest e risponderci ancora una volta la Provincia, l'ente ammministrativo che forse col governo Berlusconi si troverà a trattare per la prima volta con l'Italia finalmente dalla pari, come con uno Stato estero, e non come una remota colonia da mungere.

16 commenti:

duhangst ha detto...

Che bella facciata però..

articolo21 ha detto...

In effetti la facciata merita assai.

Anonimo ha detto...

ma la domanda è: resisteranno e riusicranno a tenere questa autonomia?

Il murale è strepitoso!

Daniele ha detto...

Poldino, perchè tanto livore nei confronti dell'autonomia trentina?
Perchè sostieni che "la Sardegna o la Val d'aosta sono autonome perchè particolari; il Trentino è particolare perchè autonomo"? Non sono d'accordo, non ne vedo il fondamento.
Se il progetto della Lega e del nuovo governo andrà in porto saranno anche le altre regioni ad avere un regime fiscale autonomo ed autogestito, come quello che ora vige in Trentino. Evidentemente non si va nella direzione di far sì che tutti gli enti pubblici territoriali siano alla pari, ma che ognuno sia differente dall'altro.
Nel giudicare il regime fiscale del Trentino vorrei peraltro ricordare come la popolazione dell'intera regione non abbia nemmeno un milione di abitanti. La gestione delle due province, dato il limitato numero di contribuenti, è stata dunque più che virtuosa. In altri termini, non direi che il benessere nostrano sia frutto di una donazione immeritata.
Per chiudere, la facciata del centro sociale è davvero bella, c'è poco da dire.

Anonimo ha detto...

Ciao Daniè.
Ogni privilegio è a discapito di qualcun altro. I Trentini godono di servizi come le Poste o l'esercito o la giustizia trattenendo quasi la totalità delle imposte. Ergo lo stipendio al giudice di Rovereto (ad esempio) lo paga il sig. Esposito.
Che soldi rubati siano ben spesi non rileva. Tempo fa un'inchiesta di Repubblica mostrava che intermini di servizi la Lombardia pagava meno di quanto riceveva, e altre regioni - non solo il Trentino - faceva il contrario. Nulla de eccepire, ma non mi pare sia una regione bisognosa di aiuto. Le giustificazioni culturali (qualche vacca pezzata e una mandria che non riesce a digerire l'Italiano) in una terra che comprende la magna Grecia, Roma, Venezia e Firenze chiudono il cerchio.
Poldino

Donna Cannone ha detto...

Ho invitato i signori del CSBruno a venire a leggere e replicare.
Ma siccome dall'alto della loro libertà (o anarchia) o forse è la smania trentina di controllo? - hanno attivato la MODERAZIONE DEI COMMENTI SUL BLOG, ieri non hanno accolto l'invito.
Oggi l'ho ripetuto. Staremo a vedere....

Wil ha detto...

Persino i centri sociali sono più puliti ed ordinati del resto d'Italia ...

A presto,
Wil

Daniele ha detto...

Ciao Poldì.
Sul punto abbiamo posizioni contrastanti, capisco il tuo punto di vista anche se non lo condivido.
Premesso che come spiegato in più occasioni non ritengo ingiustificata l'autonomia trentina, ti invito a riflettere su una ulteriore questione.
Non ritieni che anche le regioni (a statuto ordinario o speciale, poco importa) nelle quali l'evasione fiscale è a livelli altissimi e nelle quali comunque vengono erogati servizi a copertura finanziara nazionale siano un chiaro esempio di "disparità"?
Con questo, chiarisco per non ingenerare fraintendimenti, non alludo al fatto che i servizi di questo genere andrebbero sospesi laddove la contribuzione è minima.
Voglio solo porre l'attenzione sul fatto che in Italia ci sono tante situazioni differenti, è vero.
L'esempio trentino tuttavia mi sembra poco azzeccato per mettere in luce presunti ed eventuali trattamenti di favore.
Aggiungo una provocazione: a mio avviso il federalismo fiscale accentuerà le disparità. In questo senso le regioni nelle quali si pagano poche tasse ed imposte saranno davvero nei guai.

musa capricciosa ha detto...

Non posso che quotare Daniele, mi spiace, ma l'autonomia non si tocca. Perchè è un'autonomia virtuosa, e non sono queste mancate entrate fiscali (500 mila persone, praticamente un quartiere di borgata romana) a cambiare le sorti di una regione "normale".

perchè non facciamo invece le pulci alla Sicilia, che ha uno statuto autonomo ma la monnezza ai calzari (e la mafia che li vende, i calzari?). Giuro, tutto sto livore non lo capisco.

Io non vedo l'ora di tornare nel bel Trentino dorato, dove tutti i cittadini contribuiscono al benessere, dove al supermercato ti cedono il posto in fila se hai un solo acquisto, dove si può vivere bene, perchè si costruisce ogni giorno un bel vivere, cittadini ed amministrazione.

Sul CSA Bruno, che dire: bellissima decorazione. Ma ora voglio anche un posto gratis per la moschea.

Anonimo ha detto...

ciao Daniè,
mi conviene darti ragione: ANCHE fornire servizi alle regioni che evadono è iniquo.
Con la differenza che le regioni che evadono - tu ne hai in mente alcune e io altre ma sorvoliamo - ne hanno bisogno. Lasciarle evadere equivale a prevedere un regime fiscale di favore, un pò come quello che permette il boom dell'Irlanda.
In quelle regioni i soldi delle imposte non vanno allo Stato esattamente come quelli che il trentino trattiene: la differenza è che il trentino è ricco e se ne vanta, le altre l'opposto.
Poldino.

Donna Cannone ha detto...

@Musa: il Trentino no è solo dorato, suvvia! E la gente oltre a laasciarti il posto, troppo spesso è incapace di articolare un pensiero. Guardati intorno e vedrai un popolo di mediocri e spesso incompetenti, avulsi alla realtà fuori regione, autoreferenziali e sostenuti solo dai lauti stipendi.

Apri l'occhio sul centro sociale, andiamo oltre la loro facciata!!!

Donna Cannone ha detto...

CVD: anche il secondo commento invito non è stato pubblicato. Ci riprovo....

musa capricciosa ha detto...

Donna, vivo a Roma e ti assicuro che non sono i trentini. Preferisco il Bepi, amministratore mediocre e brontolone e "fago tuto mi", che il normale borgataro romano.

Per me il Trentino è un'isola dorata, ho vissuto tanto tempo lontana ed ogni volta che posso tornarci sono felice anche della ristrettezza mentale dei miei conterranei. Tutto per il panorama, la tranquillità di poter lasciare la portafinestra aperta e la mancanza di traffico.

Fritz Salamini ha detto...

pur essendo di sinistra e non avendo nulla contro i centri sociali odio i tre capoccia del bruno e il loro atteggiamento da "buoni giusti e portatori della verità" quando in realtà non sono altro che "un sottomesso, un palazzinaro solandro e uno che spegna sigari in faccia ai ragazzini", il bruno inoltre costa come un locale a trento, solo che a differenza di questi ultimi, paghi pure l'ingresso e i costi di gestione e di affitto del bruno sono tendenti allo zero, visto che è pieno di ragazzini volenterosi che si sbattono mentre i tre cretini fanno i fighi in giro.

questa è solo gente che si mette in mostra con atti ridicoli(es dipingere l'ors di rosa) per infilarsi in qualche partito e succhiare altri soldi(basti vedere le foto di pacher da giovane)

Anonimo ha detto...

Nessuno vi trattiene. Non vi sta bene il Trentino? Emigrate, e fate un favore a tutta la popolazione. Questo blog dimostra ogni giorno la grande ignoranza della storia di questa terra...

Fritz Salamini ha detto...

@luks4s

stupido idiota, leggi prima di commentare