lunedì 30 giugno 2008
domenica 29 giugno 2008
la classe di Valentino Rossi
Ad una giornalista che lo intervistava a proposito degli attacchi sferratigli da Sgarbi, Federico Zeri rispose: “lei ha l’opportunità di parlare con me e la spreca così?”
Eppure fu grazie alla contumelia, anche verso un genio come Zeri che quel ciuffo che risponde all’eufemistico nome di Sgarbi divenne ministro.
Valentino Rossi ha fatto lo stesso: non per niente è stato insignito di una laurea in comunicazione. Si è guadagnato le luci della ribalta scegliendosi come bersaglio il più bravo nella sua categoria. Ha sbeffeggiato Max Biagi girando in mondovisione con una bambola gonfiabile, dandogli dell’idiota, o osservando che “gli rode il culo”.
Ora Biaggi gareggia in una serie minore e Valentino Rossi vince, diverte, affascina. Un personaggio. Una specie di bagnino romagnolo, ma con un impero al posto della cabina.
Un testimonial coi fiocchi per un prodotto giovane ma d’elite come la connessione a internet o come la FIAT, che aveva bisogno di rilanciarsi.
Un fico, non c’è che dire. Specie da quando, lo ha accertato l’agenzia delle entrate, può essere definito senza mezzi termini, ladro. Ma non di quelli rom che ti sfilano 10 euro sul tram. Macchè, lui è biondo e sorridente, di euro te ne sfila 112 milioni.
Escludiamo che Rossi, sette titoli mondiali vinti, abbia sottratto quei soldi all’erario perché bisognoso. Escludiamo anche che grazie a quegli spiccioli la sua vita sia cambiata davvero.
Col suo gesto Valentinik ha semai combattuto una sua personale lotta di classe: farci stare peggio un po’ tutti. Sotrarci risorse con cui avremmo una scuola in più o una buca nelle strade in meno, ad esempio. Con 112 milioni ci si costruisce un ospedale, e lui, patteggiando, ne paga solo una trentina, mascalzoncello delle due ruote.
E pazienza se noi al pronto soccorso facciamo la fila.
Naturalmente Rossi e il suo nr 46 portafortuna sta simpatico anche a noi. È per questo che, nel nostro piccolo, alla sua lotta di classe non ci sottraiamo. Che tifiamo per i meccanici della Ducati, salariati che non inventano di vivere a Londra. Che seguiamo le gare con tutt’altro spirito e ad ogni curva sussurriamo: cadi, cadi, cadi.
giovedì 26 giugno 2008
il metallo tranquillo della mia voce
Erano d'accordo. La storia li giudicherà.
Sicuramente Radio Magallanes sarà zittita e il metallo tranquillo della mia voce non vi giungerà più. Non importa. Continuerete a sentirla. Starò sempre insieme a voi. Perlomeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno che fu leale con la Patria."
out of time
campioni dell' immondo
Circa due anni fa indagini dimostrarono che il campionato italiano di calcio era truccato. Lo gestiva Moggi, allora plenipotenziario della Juve. Sarà per questo che più nessuno ne parla.
Dopo la sua vittoria nel calcio si parla invece della Spagna: tutti a dire che ormai ci sopravanza in tutto, a proporre paralleli tra il calcio e il resto. Immaginare di soccombere ad un paese che tuttora sceglie con diritto dinastico chi la rappresenta sarebbe troppo anche per lo Zimbawe. Quanto alla cultura i film di Almodovar, celebri per i nasi delle attrici, ricordano l’architettura di Calatrava: bizzarrie buone per scandali da un quarto d’ora.
Se questa è la Spagna che ci surclassa meglio sarebbe allora dire che è l’Italia che retrocede e qui quello con la nazionale di calcio cessa di essere un semplice parallelo, per capire chi sono i nostri miti e quindi per capire noi, o il vicino che sventola il tricolore dal balcone.
L’allenatore fu scelto da Albertini un suo ex compagno di squadra diventato dirigente, il capitano, Buffon, in passato si scrisse addosso a mò di tatuaggio un simbolo nazista, salvo giustificarsi dicendo di non conoscerlo, la bandiera; Cannavaro, fu ripreso prima di un incontro iniettarsi sostanze chimiche. Materazzi, il suo sostituto, è famoso per i ventitre tatuaggi e per l’insulto a Zidane. Suo padre è stato allenatore di serie A, Aquilani in casa ha un busto di Mussolini.
La squadra nel suo complesso ha l’età media più alta di tutte le squadre, centinaia, che hanno preso parte ai campionati europei dalla loro apertura. Un clan di trentenni, insomma. Quando la Spagna alla fine dell’incontro ha fatto entrare il fenomeno Fabregas, di anni 21, l’Italia ha risposto con Del Piero, un padre di famiglia.
La promessa stavolta è Cassano. Un ex giovane che da quasi un decennio anni insulta arbitri, minaccia avversari e compagni con la scusa che “ha avuto un infanzia difficile”. Ma anche una maturità troppo facile, se imputa il suo fallimento nel Real Madrid alla movida.
Gattuso, alla domanda di un giornalista circa i matrimoni gay permessi in Spagna ha risposto di preferire quello tra uomini e donne, dimostrando ancora una volta che l’italiano ignora il concetto di facoltà, preferendo quello di imperio, peraltro spesso da eludere.
Una nazione e una nazionale del genere hanno perso.
Ora a guidarla si dice sarà un nome nuovo: Lippi, di sessant’anni, allenatore della Juve ai tempi di Moggi e allenatore della nazionale fino a due anni fa. Di Moggi, suo figlio era braccio destro.
Mummie per mummie se la nazionale di calcio è una rappresentativa io punterei su Tommasi di Lampedusa.
mercoledì 25 giugno 2008
TrombaRe mi fa, sol la do TrombaRe?
martedì 24 giugno 2008
DisSacrARCI
Il coro di cappella "S.Stefano" della città di Soderhamn (Svezia), internazionalemente conosciuto come uno dei maggiori interpreti di musica sacra, eseguirà brani del '700 e '800 di autori quali Mozart, Bach, Mendelssohn-Bartholdy, Haggbom Nystedt, Gullin, Grieg, Sisask, Rachmaninoff Ohrwall e altri.
L'ARCI del Trentino ha intessuto rapporti con molti artisti europei, tali rapporti sono andati via via rafforzandosi nel corso dei 30anni di storia dell'ARCI di Trento, diventando spesso anche rapporti di amicizia tra i vari soggetti coinvolti negli eventi organizzati dall'associazione, e dunque una vera e propria "rete europea di artisti".
La visita del coro "S.Stefano" è un'ulteriore prova della vocazione europeista dell'ARCI. Tale iniziativa è volta a unire simbolicamente paesi molto distanti tra loro attorno ad una medesima forma di espressione: la musica sacra.
L'incontro si ripeterà il 28 giugno presso la chiesa di Brentonico (TN).
lunedì 23 giugno 2008
Libera
sabato 21 giugno 2008
venerdì 20 giugno 2008
Caro amico Eugenio
Credo che se esistessero ancora insegnanti così intelligentemente ben forniti avremmo al Ministero gente consapevole almeno della necessità di stilare la traccia di un compito, solo dopo essersi cautamente documentati.
Certo il “disguido” della traccia malamente esposta alla maturità poteva sembrare un geniale intento di fuorviare i ragazzi, un modo strampalato per metterli ulteriormente alla prova, un metodo anomalo per scovare un diamante sotto strati di fango. Eppure le istituzioni lo hanno cautamente definito come ciò che nella casistica si identifica in uno sfortunato “evento”.
E perché non si dica che in Italia ci si dedica troppo poco alla poesia, soffermiamoci un secondo sul testo in questione.
Ripenso il tuo sorriso
(a K.)
Ripenso il tuo sorriso, ed è per me un'acqua limpida
scorta per avventura tra le petraie d'un greto,
esiguo specchio in cui guardi un'ellera i suoi corimbi;
e su tutto l'abbraccio d'un bianco cielo quieto.
Codesto è il mio ricordo; non saprei dire, o lontano,
se dal tuo volto s'esprime libera un'anima ingenua,
o vero tu sei dei raminghi che il male del mondo estenua
e recano il loro soffrire con sé come un talismano.
Ma questo posso dirti, che la tua pensata effigie
sommerge i crucci estrosi in un'ondata di calma,
e che il tuo aspetto s'insinua nella mia memoria grigia
schietto come la cima d'una giovinetta palma...
Nella traccia consegnata ai poveri esaminandi si indicava quanto segue:
«Il poeta esprime, in una serie di immagini simboliche, da una parte la sua visione della realtà e dall'altra il ruolo salvifico e consolatorio svolto dalla figura femminile» - e ancora - «Il ricordo della donna è condensato nel suo viso e nel sorriso, nel quale si manifesta libera, la sua anima.»
La neoministra Gelmini ha augurato un cordiale in bocca al lupo agli studenti e mai augurio ci è sembrato più opportuno.
Si sa, la poesia è cosa assai “strana”, scombina la realtà, inventa le contraddizioni, stravolge la logica. Meglio allora sarebbe stato forse dire che quella dedica «a K.» era rivolta a tale Boris Kniaseff, danzatore russo conosciuto dal caro Eugenio in casa di Francesco Messina, amico di entrambi.
Un inno all’amicizia quindi, se letto superando le depistanti e eteroimposte interpretazioni. Singolare, forse, nel percorso letterario di Montale, ma nel senso letterale di stranezza che alla poesia compete.
Forse lo straparlare di educazione ed etica, il continuare a scrivere di «fannulloni» da mandare via di casa ha incancrenito la mano di chi ha voluto sottolineare il tutto con ostinata reiterazione.
In Ossi di seppia lo stesso Eugenio (e oggi ho deciso di chiamarlo così, come si fa con un caro “amico”) si allontanava dall'atmosfera astratta e rarefatta dei poeti laureati popolata di nomi altisonanti per scegliere di chiamare le cose con il loro nome. Chissà come avrebbe definito lui stesso la situazione scolastica che l’Italia oggi si porta appresso. Chissà quale oggetto avrebbe sfruttato per trasformare in metafora questo strano pasticcio ministeriale.
Una lapide forse.
Una lapide che permette di non dimenticare.
Una lapide che segnala.
Una lapide che nasconde le spoglie di un sistema scolastico defunto e, forse, persino malamente assassinato.
Jolly joker band
Sabato prossimo 21 – solstizio d’estate – a Trento c’è la notte bianca.
A colorarla ci sarà la Jolly joker band, gruppo che vi trascinerà negli anni ’70 e in piazza Fiera, a Trento, nel quadro dei festeggiamenti per il santo patrono in una cornice medievale.
Chi voglia dimenarsi ai ritmi di John Travolta in mezzo a maniscalchi e giostre risalga l'Adige: tra quanti secoli vi ricapita?
giovedì 19 giugno 2008
il profeta del condom
Quando compare in TV c’è chi sbuffa e chi ride; mai nessuno che l’ascolta.
Eppure continua: a sbucare negli angoli dei monitor, a infilarsi negli zoom.
È Gabriele Paolini, quello che nei tg viene sollevato e portato via. Come un pazzo.
Qualche speaker lo guarda con fastidio, qualcun altro divertito. Frajese lo prese a calci. Poi riprese a celebrare Cossiga o Andreotti, non ricordo.
Tutto purchè non parli, il disturbatore.
Chissà se leggono il giornale, i telespettatori. Apprenderebbero che quarantamila persone sono sieropositive senza saperlo. Gli esperti parlano di “bomba epidemiologica”: l’equivalente di mezza Lecce che rischia di comportarsi con leggerezza, adottando comportamenti a rischio.
Tante parole per non dire preservativo. Questa è la parola che vorrebbe pronunciare Paolini. Un tabù, ancora oggi, in Italia.
Violarlo risparmierebbe qualche vita, ma nei tg non si può. Si sa: ciò che al pubblico interessa sono i confetti di Briatore.
In questi giorni di processi rinviati ed eserciti a caccia di zingarelli Paolini è stato condannato. A tre mesi. Per “Interruzione e turbativa di pubblico servizio”. Dove per pubblico servizio – è bene sottolinearlo - si intende quello della Rai. Anzi, nella fattispecie, un servizio del 2001 sull’ultimo giorno di scuola in un liceo di Roma, che non ricordiamo ma immaginiamo.
Le chiacchiere sulla vacanza, le mode, i portafortuna, gli auspici per gli esami.
A confronto con tanta frivolezza e soprattutto con la potenza di chi la impone Paolini sembra un don Chisciotte.
Picchiato, umiliato, schernito. Pare una storia sacra o comica, una parabola alla Gogol, quella di un uomo cui da vent’anni impediscono di pronunciare una parola.
Il nome di un oggetto che tutti o quasi usano ma che passa di mano furtivo: il preservativo.
A suo modo Paolini è un martire. Delle sue molestie, e di quelle che subisce, dal nostro piccolo oblò, lo ringraziamo.
Chi si ammala o si ammalerà, quei quarantamila e chi farà l’amore con uno di loro senza indossare il preservativo da oggi può ringraziare la Cassazione.
mercoledì 18 giugno 2008
dicesi "sillogismo"
Mafia: boss e massoni insieme per ritardare processi
Arrestate otto persone dai Carabinieri di Trapani e Agrigento
(Ansa, 17.06.2008)
Sospensione secca di un anno per tutti i processi in corso che non riguardano criminalità organizzata e reati di grave allarme sociale.
(Il sole 24 ore, 16.06.2008)
Il centrodestra conquista tutta la Sicilia: 8 province e 3 comuni capoluogo
(Il corriere della Sera, 17.06.2008)
martedì 17 giugno 2008
25% + 1 (i tifosi della Romania)
Come per gli invalidi sui bus, a Galeazzi, bisteccone per gli amici, nei programmi televisivi viene riservato un posto a parte. Compare in collegamento satellitare dallo sgabuzzino, talvolta allungando le gambe sul vostro divano. E sì perchè Galeazzi non si limita a bucare il video, lui lo sfonda del tutto, tanto che non è raro che i telespettatori ascoltino le sue telecronache raccogliendo i bottoni mitragliati dalle camicie in cui il giornalista usa insaccarsi.
Tra un Abbagnale e l’altro, dal suo pulpito oltre ai borgoritmi intestinali Galeazzi emette talvolta dei suoni che qualcuno scambia per parole.
Mi è accaduto così sere fa, prima della partita, di vederlo annunciare che i rumeni per una volta, “oltre che avversari sociali lo sarebbero stati sportivi.”
Immagino che all’interno del suo involucro Galeazzi conduca vita agiata. Da tempo le fatiche di cui si nutre sono quelle compiute da altri: qualcuno fabbrica gli utensili che adopera, qualcun altro gli cura il giardino, qualcun altro ancora gli cambia il pannolone. Ci sono buone probabilità che almeno uno dei tre sia di nazionalità rumena.
Io, al contrario, di giardino frequento solo quello pubblico, che talvolta adopero come toeletta dopo aver addentato una fetta di cocomero direttamente dalle mie nude mani: né utensili, né cura dei giardini né pannoloni, insomma. Il rumeno per me è tutt’altro che un avversario sociale, dunque. Al massimo uno a cui tirare i noccioli dell’anguria, se ci va – a entrambi - di scherzare.
Riguardo allo sport, ci andrei cauto. Su quanti vivono in Italia si calcola che almeno il 5% sia straniero e che altrettanti siano i clandestini. Fa 10%. Poi c’è da considerare la Lega e i suoi seguaci: un virile 7% di padani che piuttosto che tifare per Grosso, De Rossi e Gattuso tiferebbero per la Norvegia. Consideriamo poi almeno un 3% tra bambini, papà e nonni innamorati della badante o tata di turno, spesso di una regione che a spanne individuano tra Mestre e Shangay, quindi non lontana da Bucarest. Infine consideriamo il sottoscritto, che preferisce una squadra che schiera un rom a miliardari che festeggiarono il mondiale con croci celtiche.
Siccome, come diceva Totò, è la somma che fa il totale, più di un quarto quindi di quelli che vivono in Italia oggi tiferanno Romania, più di un quarto in un rumeno non vedono un avversario sociale. Galeazzi è laureato in statistica: 26% è una minoranza trascurabile?
(nelle foto: un italiano e una rumena qualsiasi)
lunedì 16 giugno 2008
santa rita s'accascia
non senteo niente, no, nessun dolore (Battisti)
Ministri: giganteggia Brunetta che si piazza al primo posto con il 59% con un incremento di 15 punti rispetto alla rilevazione d'esordio, un vero record!
http://www.crespi/ricerche.it
mercoledì 11 giugno 2008
Voci dal Sottoscala
DC: Esiste, secondo te, nella nostra società, una "classifica" degli emarginati – dai più scomodi e difficili e meno tollerati?
dalla padella alla brace
ANSA) - TRENTO, 10 GIU - Intervenuti in un appartamento di Trento per spegnere un principio d'incendio, i vigili del fuoco hanno scoperto una coltivazione di canapa indiana. Chiamati da un vicino di casa allarmato dal fumo, pompieri e poliziotti sono intervenuti la scorsa notte in via Lorenzoni. Il proprietario, che aveva lasciato una padella sul fuoco, ha dovuto aprire la porta e gli agenti hanno fatto la scoperta: 14 piantine di canapa indiana alte due metri e l'occorrente per la loro coltivazione. L'uomo e' stato cosi' arrestato. (ANSA).
Voi che gli fareste al vicino?
martedì 10 giugno 2008
Il signor Tiscali
Dicono sia intrattabile quindi mi sta simpatico, Renato Soru.
Forse per quella specie di ironia che gli attraversa lo sguardo. Una luce come da pastore, negli occhi di uno quotato in borsa. Una luce che gli fa vedere oltre. Quella che gli ha suggerito di investire nell’est Europa dopo il muro e poi nell’informatica ai tempi del boom.
Da qualche anno governa la Sardegna. Il paradiso è in buone mani.
Sarà che è ricco, sarà che è sardo, Soru fa quello che dice. E dà l’impressione di dire quello che pensa.
Mesi fa scoppiò l’emergenza rifiuti a Napoli. C’era da farsi carico di tonnellate di immondizia per evitare il collasso. Tutte le regioni si tirarono indietro. Anche il Trentino, campione del riciclaggio. Napoli bruciava e i nipotini di Cesare Battisti colle loro aiuole da cartolina non volevano sporcarsi le mani. Risposero che avrebbero mandato “aiuti tecnici”. E intanto i napoletani soffocavano.
Fu la Sardegna a farsi carico di parte dei loro rifiuti. Anche se ci vollero le navi; anche se ci furono proteste. Non tutte le autonomie sono uguali, non tutte sono parassitarie.
Via gli americani dalla Maddalena, aveva detto prima ancora Soru. Forte e chiaro, quando Bush era il paladino della nuova crociata. E gli yankee hanno fatto le valigie. Per merito di Soru? Forse no, ma intanto non ha cercato compromessi. Come quando ha introdotto la supertassa per i ricconi della Costa Smeralda. Come quando ha vietato di costruire a ridosso della costa. Un suo manifesto in campagna elettorale diceva: non è tutto loro quello che luccica.
Viene in mente Tiscali, un monte che, nei recessi di una grotta carsica cela un villaggio nuragico.
Uno che a un provider ha scelto di dare quel nome sa cos’è il progresso, quello vero. Coi nuovi treni diesel acquistati da una ditta spagnola da Cagliari a Sassari ci si mette la metà del tempo. Li ha voluti la regione, Soru, cioè.
Adesso ha comprato l’Unità. Non sarà Gramsci, ma coi tempi che corrono, oggi un euro glielo do.
Forza paris!
lunedì 9 giugno 2008
domenica 8 giugno 2008
Alì inghiastre
Nulla esclude che qualcuno - un bambino, un marziano, un trentino - vi chieda com'è, davvero, la vita e che voi rispondiate senza pensare: bella.
Affermazione sempre più azzardata che però voi potreste immediatamente giustificare con una prova inconfutabile: stasera alle 21 al teatro off di Trento suonano gli Alì inghiastre.
sabato 7 giugno 2008
Mia nonna è un’astronave
Paura.
Mi fa molta paura l’idea di ridurmi così.
Appoggiata come un vecchio straccio su una sedia a rotelle.
Guardando il mondo da un vetro.
Undic’anni di albe e tramonti sottovuoto.
Mani nodose, anche accartocciate.
Anche oggi l’impresa è attraversare lo stuoino.
Prima un piede e dopo l’altro, per approdare, sfiancata e tremolante, alla sedia di cucina.
- Guarda che roba, sono tutta un livido. Ieri sono caduta in corridoio. Il sangue macchiava il pavimento, tutti si agitavano e Giovanni che si affannava su di me, per farmi rialzare, ma il mio corpo non rispondeva. Sembravo un cadavere, accoccolata lì in un angolo, il fiato mozzo per la botta alle costole, che sono già incrinate…
Ti vedo, sì. Aggrappata alla vita – a morderle la coda, nervosamente. Sbatacchiata fra i flutti dei pensieri e dei ricordi, in attesa della morte. Così stanca da non opporvi più nemmeno resistenza. Anzi, l’attendi come una benedizione.
Come un sollievo alla tua inutile stanchezza rivestita di pelle sottile.
Difficile da amare: sei uno specchio perturbante che farei a meno di guardare.
Siamo in attesa di abdicare.
Tutti.
Al nostro corpo. Ai nostri progetti; alle nostre forze e all’ultimo voto.
Forse rimpiango l’800 – quando, - mi dicono -, l’anziano era un saggio da ascoltare e le vecchie cardavano la lana insegnando a ricamare.
In una mano il paiolo, nell’altra la staffetta della vita.
- Che alternativa mi rimane? Glieo dico sempre, a Giorgio, di venirmi a prendere. Ce ne dovevamo andare insieme. Oramai non ho più nessuno…. Solo due cugine, anche loro vedove. Sandra, basta che trovi da giocare a carte e lei è contenta così. E sì che io ero sempre allegra, avevo la battuta pronta.
Vorrei fuggire, prima che sia tardi. Mettere l’oceano fra me e l’alzheimer, o chissà quale altro morbo che mi incancrenirà l’esistenza, impedendomi la fuga.
Conosco un posto. Un piccolo villaggio di pescatori...
Se non posso invecchiare al volante di un'astronave utilitaria, con i miei capelli blu, voglio che i miei occhi si spengano al tramonto – che le onde lambiscano i ricordi placando il dolore. Che le mie ceneri si disperdano con il volo di un gabbiano.
forza chi?
Se non si accorge che il suo beniamino è quasi uno zingaro un interista della lega potrebbe tifare per la Svezia di Ibraimovic. Qualcuno può preferire Cristiano Ronaldo, il primo portoghese sbruffone, qualcun altro la Francia per la sua tradizione nel settore, oppure i tulipani olandesi che non vincono mai, la Grecia che ricorda l'Italia dell'82 o la Romania, che di italiani è piena, ma capannoni.
Latini per latini tanto vale gli spagnoli, che almeno si fanno chiamare furie rosse, mica arcobaleno.
Nel Mediterraneo ci sta pure la Turchia, chissà che non possa entrare nell'area Shengen passando per quella di rigore. Altrimenti viva la Germania, che ci smaltisce i rifiuti, o la Svizzera che ricicla, ma di tutto, pure i soldi della Russia.
Insomma,la domanda è questa: i campionati europei di calcio iniziano, per chi tifiamo? ditecelo voi, e la squadra che sceglierete potrà fregiarsi dell'(ambitissimo) titolo di squadra del blog a 2 piazze.
venerdì 6 giugno 2008
futuro tragico
negli anni Settanta Almirante si rese autore di favoreggiamento aggravato nei confronti di Carlo Cicuttini, dirigente dell'MSI friulano e autore della Strage di Peteano nella quale furono uccisi tre Carabinieri. Per tale crimine Almirante chiese in seguito l'amnistia che gli venne concessa in quanto maggiore di 70 anni.
Le sue condizioni di salute lo obbligarono nel 1987 ad abbandonare la segreteria del partito, a favore del suo delfino Gianfranco Fini.
(tratto da Wikipedia)
amenità all'ospizio
per non piangere
Il Governo propone di tornare al nucleare per produrre energia in tutta sicurezza. Lo smaltimento delle scorie radioattive sarà affidato a un consorzio di imprese guidato da Totò ‘O Squalo: un latitante camorrista che ha brevettato un sistema per trasformare l’uranio in dopobarba.
(Francescafornario.splinder.com)
mercoledì 4 giugno 2008
la prima pietra (chi la scaglia?)
Confessatevi, prego.
martedì 3 giugno 2008
Per non dimenticare la Primavera di Praga
vi ripropongo
Il Museo del comunismo http://www.muzeumkomunismu.cz/ è in pieno centro a Praga. Pare sia unico al mondo. Sta sopra un Mc Donald, a lato di un casinò, vende magliette griffate ed ha un bookshop. Aperto nel 2001 (o 2002?) da un imprenditore americano, titolare di negozi di bagel ebraiche a Praga, è un business in piena regola. Fortemente di parte. Un po’ scarno, superficiale e propagandistico. Induce a pensare quanto si sta bene nel capitalismo mostrando alcuni aspetti aspri e corrosivi del comunismo; propaganda tipica da americano medio. E io che quasi temevo che mi avrebbero chiesto nome e cognome, all’acquisto del biglietto... Ponf! Schedata… (e adesso chi ci torna, in Italia, mo’ che risorge anche il Berlusca?)
domenica 1 giugno 2008
P'ra se sentir na luz de Jah...
Homenagem a melhor banda de reggae do mundo. Estradas e Trilhas (Babylon Inside - 2007) é uma obra da Tribo de Jah.
B u on I n i z i o G i u g n o
con qualcosa di bello!