la guerra è guerra, non missione di pace; il separatismo è separatismo, non federalismo fiscale; il razzismo è razzismo, non sicurezza; il monologo è monologo, non dialogo; l’inciucio è inciucio, non riformismo; il regime è regime, non governo di destra con cui dialogare; i mafiosi sono mafiosi e i corrotti corrotti, non vittime del giustizialismo; i processi sono processi, non guerra tra giustizia e politica; le leggi incostituzionali sono leggi incostituzionali, non risposte eccessive a problemi reali; Mangano era un mafioso e chi lo beatifica non “fa una gaffe”: è come lui.
(M.Travaglio, L'Unità, 26.08.08)
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5 commenti:
le cose vanno chiamate con il loro nome. fare i sofistici offusca i concetti come la nebbia, e nebbia è quello che resta poi tra le mani.
demagogo è demagogo, non giornalista.
e ce ne sono mille altre:
uno che non la pensa come berlusconi è uno che non la pensa come berlusconi, non "un comunista"; un furto è un furto, non finanza creativa; 50% di sconto è 50% di sconto, non "chiami un mese gratis" coi soldi del mese prima; un teppista è un teppista, non un "noglobal".
E via dicendo.
Oh come sono d'accordo. Non si può nemmeno esprimere a parole quanto. Ormai viviamo in un paese dove le parole cambiano significato a seconda di chi le usa (che in piccola percentuale, volendo, è un fatto anche abbastanza "fisiologico"... ma in piccola percentuale...). Rientrata dalle vacanze: l'atollo sarà anche uno stato mentale, ma immaginarsi realisticamente di starsene col culo al vento sotto una palma con un mojito in mano l'è dura... Ben ritrovati
Travaglio qui ha colto nel segno. Con poche parole. Come fanno i grandi giornalisti.
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