martedì 5 agosto 2008

Calzini nel cervello

Alla Florida International University si sono interrogati sui processi cognitivi per cui non ricordiamo un nome o una parola e annaspiamo con la sensazione di averli “sulla punta della lingua”. Pare dipenda da come è organizzata la nostra mente: conoscenze archiviate in maniera sbrigativa. Quando dimentichiamo, però, il ricordo non è perso, è solo fuori posto; come un calzino. La spiegazione neuroscientifica proposta ignora gli aspetti psichici (Freud&Co.). Ma questa è un’altra storia. Appallottolo maglie e lenzuola nell’armadio e getto libri carte e borse per terra; e mi sento più a mio agio con chi fa altrettanto. Oggi – però, vorrei sapere perché alcuni ricordi si fissano e diventano il filtro per leggere il mondo.
Hai messo in ordine il cervello prima di uscire? D.: “Ah no, eh! I rumeni non li posso proprio vedere. Col bazooka andrei in giro, altro che. Me dispias, ma due volte i m’ha robà e doi volte i era rumeni, bruta gente. Picchiano i vecchi– ma come si fa?? Noi ste cose non le facciamo. Altro che impronte digitali! I neonati, gli devono schedare!” M.:“La prossima badante deve essere qua da sola, la prendiamo che non abbia qua la famiglia. Questa vuole sempre andare, uscire, e la nipote e la figlia e il battesimo e la cresima…”. D.: una veneta depredata di portafoglio, bancomat e carte di credito, le hanno pure prosciugato il conto: 13.000 €, di cui 2500€ in ricariche telefoniche. La polizia le ha fatto avere i numeri di telefono – dice che ha chiamato, le hanno risposto “da?”. Dice “lo sai che i rumeni dicono DA per dire sì, no? M., signora trentina, ha la madre che da 7 anni convive con una badante (rumena): furti in casa, bugie e mezze verità. Torti da entrambe le parti. Ma non la vorrei come datrice di lavoro.
Arbeit macht frei? Ho preso ferie e permessi, cambiato orario, sono arrivata tardi e uscita presto, negli uffici dove ho lavorato. Colleghi simpatici e direttori di merda, ma non mi risulta mi augurassero di diventare una alienata senza vita, quando prendevo ferie. Per quanto gravi questi episodi – fra il singolo avvenimento e la generalizzazione “tutti i rumeni / zingari / albanesi /negri sono ladri sporchi brutti e cattivi” mi manca un passaggio. Più che il frutto di un pensiero lucido, mi paiono conclusioni preconcette. Verso interi gruppi. Sento un amaro retrogusto ………. -ista. Aspetta, chi era? Ce l’ho qui, sulla punta della lingua….
qualcosa come campeggio, o albergo? Sì, ...con la H. Hotel?… Ah, no, era HITLER!

3 commenti:

Anna ha detto...

A queste persone vorrei chiedere qanti Italiani meravigiliosi hanno conosciuto, che non chiedono ferie, che lavorano indefessamente, che non reclamano diritti e che sono anche onesti.

Ishtar ha detto...

Che tristezza veramente mi piacerebbe dire io vengo dalla luna, mi ci sono ritrovata nella terra ma non mi ci trovo a mio agio, hanno paura dei diversi perchè in fondo se li accettano hanno paura di scoprire quanto sono simili a loro stessi, ignoranti trascinati dal pregiudizio che temono chi non è del proprio stato perchè subiscono le informazioni conffezionate che vogliono inculcare il timore dello straniero e si diciamolo forse perchè stanno risuscitando i vecchi dettami del grande statista, come lo chiamano i ragazzi di forza nuova, anche a Verona...oggi purtroppo va di moda fa orgoglio essere fascisti, ma io non seguo le mode, per fortuna!
Ciao

Anonimo ha detto...

I pregiudizi non muoiono mai, cambiano solo oggetto.