Lo conoscete Giordano Bruno Guerri? Anni fa conduceva un programma su raidue, mi pare. Ma dove e cosa dicesse in realtà non lo sa quasi nessuno. Si ricorda il come, si ipotizza il perché: contorcendosi, a pagamento.
Perché solo dietro corrispettivo un individuo accetterebbe di esibirsi nel numero che era di Giordano Bruno Guerri: parlare come in tensione, su una gamba, appeso a un orecchio, quasi dimentico di una parte qualsiasi del suo corpo che lasciava penzoloni o attorcigliata attorno al collo, a grattare una spalla, o come a cercare un baricentro al di fuori del suo ginocchio, della sua stessa persona.
Uno sforzo intellettuale inesausto quello di Giordano Bruno Guerri (GBG) che abbiamo ammirato un po’ come lui faceva con l’osso sacro: senza afferrarlo a pieno. Tanto che quando il programma si concludeva e l’immagine finalmente sfumava, gli urrà del pubbico non riuscivano a coprire un tonfo: era lui, GBG, fin dalla sigla in bilico su un alluce, o sollevato dal residuo ciuffo sulla nuca, che di colpo cedeva e precipitava dal suo stesso malleolo.
Di queste evoluzioni ci priviamo da quando di Giordano Bruno Guerri dobbiamo accontentarci delle contorsioni compiute utilizzando stavolta come perno la penna.
Per fortuna di GBG si può dire quello che un tempo carosello proclamava di Falqui: basta la parola.
Perché due cose sono quotidiane: il Giornale e i suoi effetti.
È perciò con gratitudine che di GBG citiamo un incipit affinchè i più duri, non di comprendonio, tra voi possano giovarsi degli effetti delle sue parole:
Martedì 20 Maggio, nella prima pagina del Giornale il vate scriveva:
“I Gay Pride potevano essere utili fino a trent’anni fa, quando gli omosessuali venivano guardati con sospetto, discriminati o a volte addirittura perseguitati”.
Conosciamo gli effetti di frasi del genere. Un’avvertenza: prima di tirare lo sciacquone ripensate alla notizia di ieri, di un omosessuale accoltellato dal padre che lo considerava un disonore.
Ora sapete cosa fare degli articoli di Giordano Bruno Guerri.
Grazie, GBG (Gemendo al Bagno Godo).
Perché solo dietro corrispettivo un individuo accetterebbe di esibirsi nel numero che era di Giordano Bruno Guerri: parlare come in tensione, su una gamba, appeso a un orecchio, quasi dimentico di una parte qualsiasi del suo corpo che lasciava penzoloni o attorcigliata attorno al collo, a grattare una spalla, o come a cercare un baricentro al di fuori del suo ginocchio, della sua stessa persona.
Uno sforzo intellettuale inesausto quello di Giordano Bruno Guerri (GBG) che abbiamo ammirato un po’ come lui faceva con l’osso sacro: senza afferrarlo a pieno. Tanto che quando il programma si concludeva e l’immagine finalmente sfumava, gli urrà del pubbico non riuscivano a coprire un tonfo: era lui, GBG, fin dalla sigla in bilico su un alluce, o sollevato dal residuo ciuffo sulla nuca, che di colpo cedeva e precipitava dal suo stesso malleolo.
Di queste evoluzioni ci priviamo da quando di Giordano Bruno Guerri dobbiamo accontentarci delle contorsioni compiute utilizzando stavolta come perno la penna.
Per fortuna di GBG si può dire quello che un tempo carosello proclamava di Falqui: basta la parola.
Perché due cose sono quotidiane: il Giornale e i suoi effetti.
È perciò con gratitudine che di GBG citiamo un incipit affinchè i più duri, non di comprendonio, tra voi possano giovarsi degli effetti delle sue parole:
Martedì 20 Maggio, nella prima pagina del Giornale il vate scriveva:
“I Gay Pride potevano essere utili fino a trent’anni fa, quando gli omosessuali venivano guardati con sospetto, discriminati o a volte addirittura perseguitati”.
Conosciamo gli effetti di frasi del genere. Un’avvertenza: prima di tirare lo sciacquone ripensate alla notizia di ieri, di un omosessuale accoltellato dal padre che lo considerava un disonore.
Ora sapete cosa fare degli articoli di Giordano Bruno Guerri.
Grazie, GBG (Gemendo al Bagno Godo).
11 commenti:
Ok, ora ho le giuste istruzioni su cosa fare dei suoi articoli..
ed io che pensavo fosse una persona intelligente.
In effetti, lo ricordavo solo per i siparietti fisici. Quanto hai ragione.
Non sapevo...a stento ho raggiunto in tempo l'agognata tazza! e mi son liberato di GBG.
ciao (bel blog - ma adesso gironzolo ancora)
silvano.
Scriverà i discorsi della Carfagna. Gran bel ruolo, non c'è che dire :-)
Quelle rarissime volte che l'ho seguito ho cambiato subito: mi metteva l'ansia.
Forse lui non è discriminato, perchè non si dichiara....forse....
ciao sono di nuovo io angela. allora ti rispondo alle domande che mi hai fatto sul blog.Io ho cominciato a scrivere il romanzo perché ero arrabbiata nera a lavoro perché in 12 anni di lavoro mi sono vista passare davanti chiunque. E ti garantisco che sono molto brava nel mio lavoro... ma da me funziona così. Allora per una questione terapeutica ho inizato a scrivere una storia di denuncia su come le donne spesso non vengano tenute in considerazione per lavori di un certo livello. Poi ho cambiato idea e man mano che scrivevo mi sono inventata questa storia di vendetta... Mi chiedi perché scrivo? Adesso che ho iniziato ho scoperto che mi piace e sto già scrivendo un secondo che non c'entra nulla con il primo. Ho scritto editori notatemi perché ormai che ho lavorato 8 mesi per scriverlo mi piacerebbe vederlo pubblicato. Non aspiro a diventare una nuova Moccia al femminile però è un sogno. Allora ho deciso di provare a pubblicare qualche capitolo per capire se poteva piacere anche ad altre persone.. ecco tutto. Nei post vecchi avevo già spiegato tutto. Io ti linko.. ciao
Mi sa che lo vado ad ascoltare, GBG..ma come si va allo zoo, solo per quello, perché non credo di conscerlo, però un che dice certe cose voglio vederlo in faccia..
Ma fu durante una puntata delle sue bellissimissime trasmissioni che ci fu un'imperdibile gag fra il leghista elettricista Bosio (o Boso non ricordo)che inseguiva Sgarbi ai tempi della crisi Lega - Forza Italia cercando di dargliele ed il "bravo critico" si nascondeva dietro GBG?
no problem per te e sempre disponibile!
appena mi arriva il danaro ti spedisco le maglie(che dovrei avere entro il fine settimana)
ciao
Di carta igienica, in realtà, ne ho fin troppa a casa. Forse è uno degli amici della Carfagna («i miei amici omosessuali non mi dipingono una realtà così tetra»). Mah... che gente...
Il pesce rifiuta di farsi incartare da cotali fogli..come fo?
Credo che abbia una capacità di farsi odiare da fare invidia.
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