domenica 30 novembre 2008
Mercatini&Mazzantini: panico in Trentino
sabato 29 novembre 2008
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falso allarme
venerdì 28 novembre 2008
giovedì 27 novembre 2008
PD: nuoce gravemente alla salute
un sondaggio da urlo
mercoledì 26 novembre 2008
Luxuria: una vacanza dai nostri indici
lunedì 24 novembre 2008
Histoire de C. Una escort si racconta…
DC: Come è nata questa professione? CDN: Ad essere sincera non sono stata io a scegliere la professione ma è stata lei a scegliere me. L’approccio alla prostituzione non segue per tutte lo stesso percorso. Moltissime ragazze vengono attirate, spesso con l’inganno, dal miraggio di una vita migliore. Si tratta di ragazze che vivono in Paesi in cui le possibilità di crearsi una vita dignitosa sono negate a causa della miseria e dell’ignoranza, e di solito sono quelle che vanno a rinfoltire le fila di chi esercita nella strada oppure in appartamenti organizzati come catene di montaggio e che sono quasi sempre controllate da organizzazioni malavitose. A me, invece, è andata diversamente. Per poter avere i soldi per mantenermi senza dover pesare sulla mia famiglia alla sera facevo la ballerina in discoteca. Me ne stavo per ore a ballare dentro una specie di gabbia per poter racimolare quei pochi soldi che mi bastavano appena per il cibo e per l’affitto di una stanza che dividevo con un’amica che si chiamava Anikò e come me era studentessa. Ballava anche lei in discoteca, però i soldi non le mancavano… Devo dire che anche se ero molto ingenua sapevo come li guadagnava quei soldi, però vedevo che era soddisfatta. Di lei avevo l’immagine di una ragazza sì disinibita e forse avventuriera, ma sicuramente libera ed indipendente cosa che avrei voluto essere anche io, ma che a causa dei miei tanti retaggi, ancora mi precludevo. Fu lei che in qualche modo mi fece accettare l’idea che vendersi non era poi una cosa così brutta. Prima di prendere la decisione passarono molti mesi: mi vergognavo, e poi ero davvero un’imbranata in fatto di sesso. Ricordo che quando capitò l’occasione e ci fu chi mi offrì molti soldi fuggii via spaventata, ma poi mi pentii di non avere accettato. Non dormii per tutta la notte pensando a tutti quei soldi che non avrei guadagnato neppure in un anno, e la sera dopo capitolai.
Fu come rompere il sigillo di qualcosa e l’esperienza non fu assolutamente negativa. Da allora capii che potevo usare il mio corpo oltre al mio cervello per ottenere ciò che desideravo. Oltretutto compresi il “potere” incredibile che poteva avere una prostituta nei confronti di chi si rendeva disponibile a pagare, e venni conquistata dalla curiosità di approfondire quell’aspetto per me nuovo ed intriso d’avventura. Iniziai a viaggiare, incontrai persone dalle quali assorbii molta di quell’erudizione che ancora conservo. Leggevo tutto ciò che c’era da leggere sull’argomento: la storia delle cortigiane, delle geishe e delle etere. Mi affascinavano quelle figure e volevo essere anche io una di loro. Vivevo quella professione senza che mi pesasse. Ho sempre avuto un mio personale concetto del peccato che non riguardava assolutamente il sesso, il fatto “morale” non mi disturbava e più vivevo quella condizione più acquisivo consapevolezza della mia capacità di manipolare i desideri degli uomini che incontravo. Era una sensazione magnifica, quasi di onnipotenza che troppo spesso mi ubriacava e della quale per lungo tempo sono rimasta schiava.
DC: Cos’è un’escort nell’immaginario collettivo e come è, invece, nella realtà? CDN: Delle differenze ci sono, è inevitabile. Essere escort è come essere attrice. Si recita una parte, si cerca di dare al cliente quello che lui vuole, e ciò è sempre diverso perché ogni persona ha pulsioni e desideri che differiscono anche se alla base ci sono sempre e comunque l’erotismo ed il sesso. L’escort, nell’immaginario collettivo e parlo dell’escort del tipo al quale mi sono ispirata io, non deve avere alcun tabù, deve far vedere che gradisce l’atto sessuale più del denaro che riceve ma non deve limitarsi solo ad aprire le gambe. Deve saper giocare, deve farsi sedurre perché ogni cliente quando paga desidera anche sognare che la donna con la quale in quel momento si sta relazionando non lo fa per i soldi, ma perché lo gradisce, perché lui è speciale, più speciale di ogni altro al mondo. La escort deve poi essere raffinata, educata, erudita per non dire addirittura colta, comunicativa, divertente e sensibile, perché il cliente vuol bearsi di aver pagato una donna altrimenti irraggiungibile non solo per la sua fisicità ma anche per la sua personalità e per la sua anima. Fuori dal lavoro invece le escort sono donne come le altre, con le loro paturnie, i loro difetti, i loro “momenti no”. Anche se la professione influisce a volte in modo preponderante sullo stile di vita, “dentro” ogni escort resta comunque la donna che è sempre stata. Ad esempio, io che nella professione mi mostravo spesso con atteggiamenti da donna disposta a tutto, nel mio mondo privato sono rimasta la “bambina” di sempre, sognatrice che ascoltava le fiabe raccontate dalla nonna. Dopotutto le mie origini sono contadine e tutta la raffinatezza e l’aria “snob” che faceva parte del “personaggio” che recitavo, le abbandonavo una volta che mi riappropriavo della mia veste di “normalità”. DC: Aspetti negativi e positivi della professione? CDN: Aspetti negativi? Quello che mi sovviene per primo è la dipendenza che può creare. Se una donna si abitua a vivere in quella dimensione, in cui incassa tanti soldi, frequenta alberghi e ristoranti raffinati, riceve regali preziosi e, soprattutto, s’illude che gli altri siano dei burattini da manipolare, difficilmente riesce poi a rientrare in possesso della realtà. Altro lato negativo, secondo me, è l’accettazione della “solitudine”. Fintanto che si esercita il mestiere non ci si può legare a nessuno. I motivi per cui dico questo possono essere molteplici, ma per quanto riguarda me, afferiscono soprattutto al lato affettivo. Come si fa a tornare fra le braccia della persona amata dopo aver passato la notte a scopare con un cliente? Ritengo sia una questione di rispetto, innanzi tutto nei miei confronti. Non si possono coinvolgere i sentimenti di chi, stando accanto ad una escort potrebbe anche accettare perché le vuole bene ma soffrendo in silenzio. Sapere di non dare alla persona che amo tutta la felicità che merita dando la preferenza al denaro mi farebbe sentire squallida. Lati positivi ce ne sono diversi: quello economico è di primaria importanza: nessuna professione “lecita” e’ in grado di rendere tanto nel minor tempo possibile; poi c’è il lato psicologico. Per esempio da ragazzina ero molto magra, dalle forme anche fin troppo adolescenziali nonostante stessi per compiere i diciotto anni, inoltre ero introversa e con una scarsa autostima; addirittura credevo davvero che non potevo piacere ad alcun uomo. Constatare che c’erano uomini molto gradevoli, affascinanti, intelligenti e colti, che addirittura s’innamoravano di me, disposti a pagare cifre da capogiro è servito a controbilanciare e, oltre alla conoscenza del mio corpo, della mia sessualità, dei miei desideri e tutta una serie di cose che altrimenti (forse) sarebbero rimaste sconosciute, mi ha fatto acquisire quel po’ di sicurezza che poi mi e’ stata necessaria a superare alcuni momenti difficili che ho vissuto. Comunque andasse sapevo che potevo far affidamento su ciò che la natura aveva mia messo a mia disposizione che ho a lungo considerato un talento.
DC: Aspetti inquietanti dell’umanità con cui ti sei relazionata? CDN: Moltissimi, ma non nei clienti che, bene o male nonostante i vizi e le perversioni, sono sempre stati comunque delle “persone” a loro modo corrette. Se mai gli aspetti più inquietanti li ho ravvisati in ciò che si poneva nei miei confronti in una posizione di “disinteressata amicizia”; tutti quei truffatori di sentimenti che girano intorno alle escort ed al denaro che la loro professione fa muovere. Chi esercita deve sempre porre molta più attenzione a chi propone rapporti diversi da quello stabilito dal “contratto” prostituta-cliente. Alcune mie amiche sono state fregate nei sentimenti e nei soldi e vedere la loro disperazione mi ha procurato un grande sgomento ed una sfiducia nei confronti del genere maschile talvolta esagerata. DC: È una posizione insolitamente privilegiata per osservare e conoscere l’essere umano – che considerazioni nei hai tratto? CDN: Incontrare tantissimi uomini, farci sesso e quindi vederli mentre si mostrano “nudi” non solo fisicamente, ascoltare le loro confidenze, le loro menzogne, mi ha insegnato tanto anche per quanto riguarda la vita al di fuori del lavoro. Credo di conoscere gli uomini, forse non tutti, ma sicuramente quella fetta che sente il bisogno di rivolgersi al sesso a pagamento. Inoltre esercitare mi ha dato anche modo di conoscere un po’ le donne attraverso gli sfoghi dei loro compagni, miei clienti. Ciò che dicevano era dal mio punto di vista orribile… ho scoperto una realtà di coppia piena d’insoddisfazione, d’incomprensione, di assenza di complicità e di rispetto che mi ha aperto gli occhi su molte cose. Ho imparato a conoscere i motivi per i quali venivano ingannate e tutto questo mi ha insegnato (forse) a comportarmi nei confronti dei miei partner poiché non avrei mai potuto sopportare che parlassero di me come quei clienti parlavano delle loro compagne.
DC: Quali sono i rapporti con altre donne che lavorano come escort? CDN: Ho sempre avuto poche amiche che fossero anche colleghe. Spesso i sentimenti che si creano, o perché una ha più successo e guadagna di più, o perché è più carina, sono sentimenti d’invidia. Di carattere ritengo di essere talmente introversa da risultare a volte “glaciale” e questo mi contraddistingueva anche quando ero escort. Ho sempre tenuto un basso profilo, di me sapevano poco tutti, soprattutto le “colleghe”. Ora che mi sono ritirata ed è chiaro che mai più riprenderò quel cammino, è diverso: ho tuttora dei rapporti stupendi con le sorelle che ancora esercitano le quali credo trovino in me adesso una persona con la quale possono confidarsi senza temere brutti scherzi che, di solito, fra professioniste possono avvenire soprattutto se ci sono in ballo clienti molto danarosi. DC: Qual è il profilo medio dell'escort (studentessa, casalinga, giovane…)? CDN: In Italia sono sempre state poche le ragazze che hanno potuto definirsi esattamente “escort” nel senso di cortigiane, geishe, prostitute che fossero simili alle eteree greche. Il fatto è che oggigiorno con il termine escort vengono indicate un po’ tutte le ragazze che in qualche modo si prostituiscono con l’esclusione di quelle che stanno in strada o nei bordelli; dalle casalinghe, alle modelle, alle studentesse, alle ragazze d’appartamento. Essere “escort” però, secondo me, rappresenta ben altro. È prima di tutto uno stile di vita che ha molte affinità con l’arte. Non so neppure se io stessa possa considerarmi tale. Anche se in molti mi hanno confermato che lo ero, non so quanto mi sia avvicinata a quel modello ideale che avevo in mente. Non è quindi una questione di profilo ma di vocazione. Deve “piacere”, deve essere scelto, sentito; si può essere escort ad ogni età anche se (è ovvio), perché sia un’attività redditizia dato che la fisicità ha una notevole importanza, risente di quei limiti che sono propri di ogni donna.
Appuntamento alla prossima settimana con la 2° parte dell'intervista a Chiara di Notte! Vi aspettiamo, DC.
domenica 23 novembre 2008
inutile anche contro i crolli
invito spettacolo 'La vita è una palla al piede'
venerdì 21 novembre 2008
una stella in meno
mercoledì 19 novembre 2008
martedì 18 novembre 2008
Premiata la ricerca internazionale trentina: Il dialetto noneso è una lingua.
vi ricordate la fantastica petizione di cui vi abbiamo raccontato qualche settimana fa?
<< firma anche TU per la lingua NONESA! >>
E ora non venitemi a dire che non è una regione autoreferenziale: Traggo dall'Adige di oggi quanto segue:
FONDO - Tutti i dialetti sono lingue, non solo quello noneso. Questa una delle conclusioni tratte nella sua tesi di laurea da Veronica Bertagnolli. Un lavoro intitolato «Interrogative clauses in the Nones dialect», discussa nei giorni scorsi, che è valso alla 22enne altoanauniense ben 10 punti, il massimo previsto a «Cà Foscari» di Venezia, dove lei ha seguito i corsi di lingue straniere. La tesi di Veronica, scritta in inglese, relatrice la professoressa Giuliana Giusti , parte dall'analisi delle analogie e delle differenze tra il noneso ed il ladino, poi si «dedica» totalmente al noneso, con lo studio di numerosi particolari: ad esempio se il soggetto sia sempre obbligato o no in terza persona; si passa quindi all'analisi delle domande formulate in «lingua» nonesa, per verificare se in esse vi siano verbo e soggetto; segue un approfondimento sulle particelle discorsive del tipo «vei mo vei» (vieni), «che vos po» (cosa vuoi) ed altre, per poi studiare le interrogative subordinate, e giungere a determinare che il soggetto è obbligatorio in terza persona nelle domande, manca solamente con certi verbi intransitivi. (...) «Ogni dialetto è una lingua, ha le sue regole, e raggiunge lo scopo primario per cui è nato, che è quello di comunicare. (...). G. S.
Detto questo, che mi sembra un lavoro di una assurdità sconcertante
1) sospetto che il Veneto abbia in animo di far passare in Trentino altri Comuni perchè possano ciucciare la Tetta Autonoma
2) sospetto che la signorina laureata sia sostenuta da qualche fondamentalista noneso e che farà una splendida carriera diventando Head of the Nones research project on Pane & Lat
3) ...ma spero che qualcuno ne stronchi prima la carriera e la mandi a zappare allegramente nell'amata valle. Diamole pure un cartellino altisonante (badge), da attaccare all'uniforme, così si sentirà realizzata.
Un cordiale vaffanculo a sta banda di scarpari,
DC
*************** *************** di seguito il vecchio post sulla petizione nonesa:A chi chiedeva se in Trentino non abbiamo altri problemi rispondo: guardate qui! (IL MONDO DEVE SAPERE) "Una petizione che si prefigge di raccogliere firme per il riconoscimento ufficiale della lingua Nonesa, ovvero del riconoscimento della ladinità delle parlate della Valle di Non e della adiacente bassa Valle di Sole con Val di Rabbi. Questa richiesta è supportata sia da considerazioni di illustri studiosi di linguistica a livello internazionale fin dal XVIII secolo (...), sia da una precisa volontà popolare che ha fatto si che nel censimento linguistico del 2001 più di 7500 nonesi e solandri (pari al 20% della popolazione residente) si siano dichiarati appartenenti al gruppo linguistico ladino. Il consiglio della provincia autonoma di Trento sembra sordo di fronte a queste migliaia di voci (...). L'iniquità del silenzio delle istituzioni provinciali (...) è palese, e rappresenta una gravissima mancanza di democrazia. (...). Il riconoscimento formale del gruppo noneso/ladino può costituire una grande opportunità per le valli di Non, Sole e Rabbi, in quanto la legge prevede una serie di benefici e di diritti in favore delle minoranze ladine, ivi compresa una particolare assistenza da parte delle Università insediate sul territorio, l’accesso ai mezzi radiotelevisivi, l’insegnamento della lingua e della cultura nonesa nelle scuole ed altro. (...)" Il testo integrale dell'esilarante petizione (con possibilità di firma): http://firmiamo.it/lingua-nonesa
Chiudiamo con rigurgito di mela bacata DOP ....ANZI NO! Mi rifiuto di pubblicare sta porcheria. chi vuole vederlo sappia che si vocifera sia un 'bolo' finanziato da fondi pubblici. Si mormora che diventerà 'inno' della valle, su spinta di un politico locale. Venite a ritrovarvi in Trentino.....
lunedì 17 novembre 2008
lacrime fuorilegge
venerdì 14 novembre 2008
per natale niente palle
MONILI RED BLIZZARD
Diversi a testa alta Ogni monile Red Blizzard è fatto a mano, unico e irripetibile. Dall’etno-lusso consapevole al bio-chic, ciascuno nasce dalle suggestioni di atmosfere naturali o metropolitane, realizzate con pietre semipreziose pachistane, perle brasiliane e africane, pietre di fiume e di lago alpino, conchiglie, pietre dolomitiche e materiali “urbani” insoliti.
Rivoluzionari? Resistenti! Corde e nodi sono la base di queste creazioni che riprendono le antiche tecniche del macramè arabo e i nodi cinesi, scavalcando le culture e scavando nell'ancestralità.
Diversi a testa alta
giovedì 13 novembre 2008
Vicky Cristina Barcellona: tanto vale investire in borsa
mercoledì 12 novembre 2008
cartolina dall'Italia
martedì 11 novembre 2008
chi perde in Trentino
lunedì 10 novembre 2008
Ha suonato di sognare. Anche a Mollaro
Scrivo con il desiderio di emozionare con un PC quanto Matteo Giorgioni con il suo pianoforte e le sue note, che il 7 e l’8 novembre hanno accompagnato il concerto-spettacolo “Empieza desde las pequeñas cosas” (…incomincia dalle piccole cose), dell’associazione Macondo suoni di sogni onlus.
Macondo: evoca García Márquez ma ci porta in Brasile. Passando per Mollaro, in Val di Non e per Tezze di Grigno, in Valsugana. È un viaggio, sì, ma di quelli che ti cambiano la vita. Questo testimoniano i racconti e le immagini che accompagnano la musica di Giorgioni, giovane pianista e compositore di Bologna, che, un passo dopo l’altro, ha raggiunto i suoi sogni in America Latina. Prima in Cile, poi in Brasile. E proprio in Brasile ha ritrovato parte di sé e le sue emozioni si sono incanalate in pentagrammi di umanità; le mani hanno ripreso a suonare dopo aver scavato il terreno di una favela e posato metri di tubi per l’acquedotto. Le sue dita hanno ripreso a comporre sulla tastiera dopo aver lenito piaghe e ferite necrotizzate. Suonando e raccontando nello ''spettacolo solidale'', come il 7 novembre al teatro di Mollaro e l'8 a quello di Tezze, Matteo e Macondo Suoni di Sogni Onlus raccolgono fondi per i progetti di Vila Velha. Con i primi soldi è stato costruito l’ambulatorio, oggi gestito da un’infermiera e due medici che visitano 60-80 persone al giorno. A forza di piccole condivisioni, sorrisi che si incontrano e maniche che si rimboccano, oggi gli abitanti di Vila Velha hanno anche una ‘scuolina’ e un nuovo edificio per attività comunitarie, cucina e mensa scolastica.
di Annalisa Dolzan
domenica 9 novembre 2008
sabato 8 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
trentino: elezioni molto provinciali
il cambio
giovedì 6 novembre 2008
"TUTTO QUI?" La rivoluzione sessuale in 2 parole
mercoledì 5 novembre 2008
martedì 4 novembre 2008
Su quale cavalla puntate?
lunedì 3 novembre 2008
MorteCattiva su Blog a 2 piazze: Ti trascuri
Con piacere e ironia vi dedichiamo il prodotto delle avanguardie artistiche trentine: Ti trascuri' by MorteCattiva diretto/a da Yoghi.
MorteCattiva fa buon viaggio!