Il partito radicale propone di togliere il valore legale al titolo di studio. Il pezzo di carta insomma, non avrebbe più certificato una competenza; perché a questo serve un diploma, chi se lo ricorda?
Invece si studia al liceo o all’università come a scuola guida: non per imparare a guidare ma per passare l’esame. Ma ognuno sa che, presa la patente, guidare osservando le regole dell’esame condurrebbe alla paralisi del traffico.
Più o meno allo stesso modo chiunque, da Don Milani in poi, sa che tutta una serie di saperi scolastici servono solo a fare selezione di ceto, né a formare né a informare.
Chi passa l’esame di latino in quella lingua non sa dire buongiorno. Ma ha il pezzo di carta. Tanto vale frequenta una cartoleria, la CEPU o l’università di Bari, dove, pare, gli esami si compravano. Facciamo invece in modo che si vada a scuola come garzoni dal mastro: per imparare, non per passare.
Utopia, ovvio.
Giorni fa in un istituto professionale di Trento una studentessa ha picchiato e offeso una professoressa che l’aveva sorpresa a fumare nei locali della scuola. La stessa professoressa ha poi ricevuto lo stesso trattamento dalla madre della ragazza.
In altri tempi questa notizia sarebbe stata un pesce d’aprile. Oggi offre l’occasione per sermoni morali sull’educazione e i giovani d’oggi un po’ da tromboni.
Se gli eroi della Tv sono sempre singoli che infrangono le regole, che battono i pugni sul tavolo e non ascoltano, se i loro argomenti sono urla e spari e mai una deduzione o una carezza, se l’ausiliare che pesa una persona è l’avere e i professori al massimo sono, se insomma si esalta la rapsodia e mai la costanza, se la scuola è un diplomificio e il resto un intralcio, si comprende che la studentessa è un frutto della nostra cultura, la sorella minore di un grande, enorme fratello che – come dimostra la mamma – ha già forgiato più di una generazione.
Negli stessi giorni del piccolo episodio locale, a Roma Fioroni dichiarava pubblicamente di non escludere di reintrodurre il costume di far alzare in piedi gli studenti all’atto dell’ingresso in aula del docente. Ricorda quella regina che offriva brioche al popolo affamato. Un altro episodio del genere e vedremo i ragazzi ritti su una gamba sola, in segno di rispetto. Usciranno dalla scuola zoppicando, ma con un pezzo di carta che gli permetterà di tirare calci e cadere.
Invece si studia al liceo o all’università come a scuola guida: non per imparare a guidare ma per passare l’esame. Ma ognuno sa che, presa la patente, guidare osservando le regole dell’esame condurrebbe alla paralisi del traffico.
Più o meno allo stesso modo chiunque, da Don Milani in poi, sa che tutta una serie di saperi scolastici servono solo a fare selezione di ceto, né a formare né a informare.
Chi passa l’esame di latino in quella lingua non sa dire buongiorno. Ma ha il pezzo di carta. Tanto vale frequenta una cartoleria, la CEPU o l’università di Bari, dove, pare, gli esami si compravano. Facciamo invece in modo che si vada a scuola come garzoni dal mastro: per imparare, non per passare.
Utopia, ovvio.
Giorni fa in un istituto professionale di Trento una studentessa ha picchiato e offeso una professoressa che l’aveva sorpresa a fumare nei locali della scuola. La stessa professoressa ha poi ricevuto lo stesso trattamento dalla madre della ragazza.
In altri tempi questa notizia sarebbe stata un pesce d’aprile. Oggi offre l’occasione per sermoni morali sull’educazione e i giovani d’oggi un po’ da tromboni.
Se gli eroi della Tv sono sempre singoli che infrangono le regole, che battono i pugni sul tavolo e non ascoltano, se i loro argomenti sono urla e spari e mai una deduzione o una carezza, se l’ausiliare che pesa una persona è l’avere e i professori al massimo sono, se insomma si esalta la rapsodia e mai la costanza, se la scuola è un diplomificio e il resto un intralcio, si comprende che la studentessa è un frutto della nostra cultura, la sorella minore di un grande, enorme fratello che – come dimostra la mamma – ha già forgiato più di una generazione.
Negli stessi giorni del piccolo episodio locale, a Roma Fioroni dichiarava pubblicamente di non escludere di reintrodurre il costume di far alzare in piedi gli studenti all’atto dell’ingresso in aula del docente. Ricorda quella regina che offriva brioche al popolo affamato. Un altro episodio del genere e vedremo i ragazzi ritti su una gamba sola, in segno di rispetto. Usciranno dalla scuola zoppicando, ma con un pezzo di carta che gli permetterà di tirare calci e cadere.
13 commenti:
Dopo tanto studio, mi tolgono pure quello!
Lascio un saluto di buon week end... E poi ti chiedo: quali erano i tuoi miti giovanili? :-)
Sarebbe bello andare a scuola e trovare un mentore piu' che un professore che ti fa passare agli esami.
Purtroppo di questi tempi i mentori si contano sulla punta delle dita....vedi su you tube prof che fumano in classe, che leggono il giornale;le nuove generazioni invece hanno bisogno (essendo in gran parte a mio parere senza grandi valori e convinzioni)di docenti che non si fermino soltanto alla spiegazione ma all' interazione tra alunno e prof. Tipo nel film l' attimo fuggente. Per mia sfiga, personalmente di mentori non ne' ho avuti quindi ho frequentato un istituto professionale per i servizi turistici, un liceo artistico era stato fortemente sconsigliato...
ora a 33 anni ho un diploma di operatore turistico e lavoro in posta part-time, e se invece di dare ascolto ai prof mi fossi iscritta all' artistico?
Tornando alla tua domanda nel mio blog: nei fine settimana il sabato pomeriggio lavoro in posta la domenica ozio oppure passeggio lungo gli argini del fiume oppure vado a trovare il mio caro Blu...
Te che fai?
Della tua zona conosco bene i canederli, lo strudel di mele, il gulash...per molti anni sono andata in vacanza non in prov di Trento ma in Alto Adige vicino Brunico. Spero di tornarci questa estate, sempre soldi permettendo.
Ciao alla prossima
Salve a tutti.
In attesa che Poldino ci dia le sue risposte taglienti, premetto che l'altra era discutendo dell'episodio, concordavo con lui sul fatto che innanzitutto è la PERSONA che è stata offesa e picchiata, prima ancora che nella sua veste di insegnante.
La cosa fa stupore, e indignazione, ma siccome mi è capitato un paio di volte di essere minacciata di botte da uomini rabbiosi (un tantino scimmieschi) per questioni di parcheggio, mi stupisco fino a un certo punto.
La bassezza umana non ha fine.
Un percorso scolastico un po' lungo e controrto, quindi illusioni, delusioni e anche un paio di figure che tuttora stimo molto e che mi hanno ispirato come modello, quando insegnavo a mia volta.
Premesso che sono piuttosto severa - ma anche scherzosa e ironica, come insegnante, con i ragazzi più viziati e prepotenti, non avevo mezze misure.
E li prendevo anche in giro, come loro credevano di poter fare, superbi e strafottenti, con il mondo.
Come molti (ex) colleghi, ho anche constatato che talvolta i più "difficili" urlano il proprio disagio, in realtà. Ogni caso è a sè, difficile tracciare un quadro generale.
Più grave della figlia, in questo caso, mi pare la madre: ingiustificabile e mostruosa.
Un paio di elementi in più al ragionamento sul caso insegnante picchiata: l'istituto, se non vado errato, era per parrucchieri (quindi un istituto professionale) e, se non vado errato, il tutto è nato perchè alcune studenti fumavano in cortile.
Ora, si sa che con la legge Sirchia non si può fumare nei pressi degli edifici scolastici e cortili, ma si può, oltre ad intimare lo stop dell'aspirazione della sigaretta,intimare agli alunni di svuotarsi le tasche per accertare che non vi siano altre sigarette?
Ora, al di là del fatto che io ho un Istituto Tecnico vicino a casa ed i professori (secondo me intelligentemente) concedono agli alunni durante l'intervallo di fumarsi una sigaretta in cortile (meglio lì che fuori, mi ha detto a ragione un insegnante una volta), la reazione della studentessa è stata violenta ma di reazione ad una (tentata) violenza, la perquisizione non sta nè in cielo nè in terra.
L'assurdo è la madre: i genitori sono diventati la più grossa zavorra dei figli, e qui bisogna mollarla di prendersela con i professori: che devono fare, litigare con tutti?
Ora, che tutti gli istituti superiori siano visti come diplomifici è palese e quindi i docenti sono spesso visti come un intralcio fra l'alunno ed il pezzo di carta, ma non è forse tutto ciò frutto del messaggio che da anni danno Ministri dell' istruzione stile Moratti, self made man alla Berlusconi ecc?
Al rincoglionimento mediatico ed al messaggio che nella vita meno si fa più si è furbi corrisponde il rincoglionimento studentesco...
Io concordo con tutto quello che Poldino ha scritto. Ma possibile che non vi accorgete che oramai tutti questi ragazzi escono dalle scuole con il massimo dei voti? Che oramai si laureano tutti? Che studiano moltissimo? poi li sentite parlare e ti cadono veramente le braccia. Non hanno nessun ideale, sono in pochi che non accettano le regole, tutti questi ragazzi sembrano degli automi che eseguono gli ordini. Sono senza idee, il loro mito è Gigi D'Alessio, il loro programma preferito è Amici della Filippi...
Scommetterei tutto quello che ho(cioè niente)che quella studentessa che ha picchiato l'insegnante magari prendeva anche degli ottimi voti.
Con quelli ci si pulisce il...
Concordo, in linea di massima.
Una visione smaliziata porterebbe a dire che se da un lato possiamo adoperarci per un miglioramento/rafforzamento/rispetto/formazione, et similia, dall'altro, finchè non si farà un ragionamento anche su politiche denataliste (cfr De Marchi), le probabilità che questo sfacelo di massa si moltiplichi, sono elevatissime.
beh... sono perfettamente d'accordo con la tesi proposta... anche se non avrei il coraggio di togliere valore al pezzo di carta (nè penso che sia veramente utile farlo) trovo che i concetti espressi da poldino siano semplicemente lucidi e razionali... la mera realtà dei fatti.
@ L'incarcerato... sinceramente trovo un po' deludente e stereopata la tua idea di TUTTI i giovani d'oggi... devo pensare che sei un trentenne bamboccione, un quarantenne frustrato o un cinquantenne che guarda il culo alle ragazze?
Il fatto è che, purtroppo, anche molti di quei professori hanno conseguito lo stesso tipo di carta...straccia.
la foglia non cade mai lontana dall' albero tale madre tale figlia...
Mi dispiace per la prof che le ha prese
Non ci sto nel denigrare chi un titolo di studio lo ha conquistato con impegno.
All'università gli esami non miravo solo a superarli, ma a comprendere ed assimilarne la materia.
Quanto alla proposta del minstro Fioroni: quando frequentavo il liceo (fino a 6 anni fa), ancora si usava la consuetudine di alzarsi in piedi all'atto dell'ingresso dei docenti...
Rispetto ad oggi (e non sono passati decenni), forse c'era più rispetto per il docente e meno violenza fra gli studenti.
Neppure io credo che avrebbe un gran senso togliere valore al titolo di studio.
Se ambiamo ad un sistema realmente meritocratico, privare totalmene di significato il percorso di formazione non mi sembra concludente.
Magari il diploma funziona come "carota", ma non credo che togliere obiettivi personali da raggiungere avrebbe ripercussioni positive
ops ho letto solo ora cosa mi ha scritto rapunzel. IO ho detto la pura verità, gli studenti di oggi(la maggioranza) sono addormentati. Eseguono gli ordini! Che per tanti è una cosa buona!
Si! è vero anche che molti trentenni sono bamboccioni! Dici di no?
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