mercoledì 31 dicembre 2008

Niente botti, siamo umani - rilancio

Con il suo permesso, ripropongo con forza parte del post di Fabio,
per rendere più forte l'appello contro l'uso smodato e scellerato dei petardi a capodanno,
non solo nel rispetto delle persone, ma anche degli animali.
Nell'imminenza del capodanno (...) un problema, anzi un timore, si riaffaccia alla mia porta con tanto di coroncina natalizia, puntuale come le tasse, ogni anno: i maledetti fuochi d'artificio. So già che molti obietteranno alle mie parole, che la tradizione è tradizione, e che si deve festeggiare un passaggio dall'anno all'altro sparando fuochi in aria come invasati. Mi rendo conto che - in questa occasione più che mai - faccio parte di una risibile minoranza in Italia (ma, d'altronde, come diceva Benigni nel Mostro: "Vaffanculo la maggioranza!"), eppure non posso che sottolineare / gridare la mia assoluta contrarietà a questa becera tradizione incivile.
(...) la litania dei feriti e degli incidentati (soprattutto minorenni) è già iniziata, cosa che ha sottolineato anche la Repubblica, così come altri giornali e TV, come dimostra questo articolo pubblicato in data odierna. Ribadisco qui, in questa misera sede, che degli incidenti occorsi ai cretini manipolatori delle varie bombe di maradona (o teste di caz..anzi Lavezzi, come si chiamano oggi) NON ME NE PUO' FOTTERE DI MENO! Il problema che mi preme di più sottolineare qui invece riguarda tutte quelle creature che dei botti e dei missili sono SOLO VITTIME e che delle bombe ne farebbero volentieri a meno, ovvero gli ANIMALI.
Come molti di noi sapranno, i botti di capodanno terrorizzano letteralmente i nostri amici quadrupedi (o pennuti), e come ribadito anche ultimamente da molti organi di stampa (ad esempio da questo articolo: Capodanno- Lac, Non Acquistate i Botti; Uccidono Animali) oltre a farli fuggire dalle nostre case possono addirittura avere conseguenze peggiori, per loro ma anche per gli umani. (...)
Non oso sperare che il 31 notte tutti si comporteranno civilmente, questo no, però vorrei veramente che chiunque abbia un animale domestico, almeno lo mettesse al sicuro, non lasciandolo fuori, magari in giardino o in terrazzo, e che cercasse di sensibilizzare anche amici o conoscenti. Grazie a tutti, e scusate lo sfogo, ma visto che qui alcuni simpatici frugoletti hanno iniziato a fare i botti dal 15 Dicembre, la faccenda mi sta esasperando!
Sottoscrivo e rilancio l'appello.
Grazie a Fabio per la generosa disponibilità
il suo post completo è qui
DC

fai pace (col cervello)

Frattini: "da Israele nessun attacco via terra. Colpa di Hamas." (www.corriere.it)

lunedì 29 dicembre 2008

nun t'aregge cchiù

il più bel post del 2008

...piove. E io sto preparando un memo che non significa nulla, però comunque in inglese. E la Vodafone ha cambiato il mio piano tariffario. E Repubblica on line titola: “Troppo vento in San Pietro. Il Papa perde lo zucchetto.” E Antonio, un collega della stanza a fianco, parlando del rapporto in crisi con la sua ragazza ha detto che “andare a convivere è il nostro vero deal-breaker.” E ieri sono uscito alle 5 del mattino dallo studio e non pensavo a niente. E oggi gli studenti sono passati manifestando sotto la mia finestra senza riuscire a trovare uno slogan migliore di: “Chi non salta la Gelmini è. È.” E i dianetici mi fermano per strada per misurarmi lo stress. E a casa ho le zanzare. E la mia compagna di stanza ha pianto due volte questa settimana per quelli che chiama assurdi attacchi d’ansia. E ho fatto un colloquio da Lovell's e mi è stato chiesto: “Lei crede che volendo potrebbe essere migliore?” E mia madre mi ha chiesto perché non sono iscritto a Facebook. E stamattina Giuseppe mi ha detto: “Quando sono in ascensore con qualcuno che non conosco, io non mi guardo mai le scarpe, sono gli altri a farlo, io li fisso, e mi fanno pena.” E a Milano, è comparso un cartellone pubblicitario che recita: W la prugna forever. Per me, preoccuparsi della recessione economica è un po' sottovalutare la faccenda. -->(da www.studioillegale.splinder.com)

venerdì 26 dicembre 2008

di Carlo Cornaglia, da www.robinedizioni.it

Aiutati che il ciel ti aiuta Se sei sempre più incazzato
perché il mondo ha rovinato
quello squallido caimano,
se il pontefice romano ogni giorno da quel soglio
innalzando un nuovo scoglio
ti fa balenar l’inferno
che ti brucia al fuoco eterno, se al vedere Sandro Bondi
dei tuoi atti non rispondi,
se al sentire Calderoli
sol con l’alcool ti consoli, se al pensiero di Schifani
pensi: “Poveri italiani!”,
se al vedere la Gelmini
pensi ai poveri bambini che frequenteran la scuola
che ha voluto la figliola,
se ascoltando Umberto Bossi
pensi: “Oh se spagnol io fossi!”, se per Previti e Dell’Utri
sol disprezzo e rabbia nutri,
se ti fanno schifo i lodi,
se a veder Mara non godi perché la Carfagna è bella
ma del premier è l’ancella,
se alla vista di Gasparri
pensi a metodi bizzarri per far ‘sì che almeno taccia
se non può cambiar la faccia,
se al vedere Giovanardi pagheresti dei miliardi perché scomparisse in fretta,
se al pensiero di Brunetta
diventar vuoi fannullone
anche se sei già in pensione, se La Russa ti spaventa,
Matteoli ti tormenta
e Sacconi non ti piace,
se non sei per niente audace nel pensare alla Brambilla
che nessun desio t’instilla,
se al pensiero di Rutelliti si drizzano i capelli ed a quello di Veltroni
molto girano i coglioni,
se vuoi che D’Alema affondi,
se rimpiangi i girotondi, se ti sembra che il Pd
vada peggio tutti i dì
e alla fin si spaccherà,
Ds qui e Dc là, se al sentire Berlusconi
piangi caldi lacrimoni
perché stanco di bugie,
d’ingiustizie e porcherie, se ascoltando il presidente
ti assopisci prontamente
e col capo sui cuscini
sogni Scalfaro e Pertini, se tu provi tutto questo,
caro amico è manifesto
che poiché tutto va male
non hai fatto un buon Natale, ma ti ha dato il Padreterno
un anticipo d’inferno:
Berlusconi è Belzebù
e nessuno fa Gesù. O reagisci prontamente
e con te tanta altra gente
alla cappa che ti opprime
o vivrai sotto un regime.

giovedì 25 dicembre 2008

sacra famiglia

tesoro, tieni d'occhio il cane.

mercoledì 24 dicembre 2008

dio c'è (ma non è credente)

24/12/2008 12:18(ANSA) - TRENTO, 24 DIC - Il parroco dei comuni del Primiero, don Duccio Zeni, e' stato colpito da un lastrone di ghiaccio e neve caduto dal tetto della canonica di Siror. Dopo essere stato soccorso e recuperato ieri sera con l'elicottero di Trentino Emergenza alzatosi da Trento nonostante il buio, don Zeni, che ha riportato ferite alla testa, e' stato ricoverato a scopo precauzionale nel reparto di rianimazione dell'ospedale S.Chiara di Trento dove e' stato posto in osservazione. Non e' in pericolo di vita.

lunedì 22 dicembre 2008

un ramo secco chiamato Trentino

Non più di un paio di settimane fa le ferrovie hanno cancellato i treni diretti tra Roma e il Trentino Alto Adige. La logica è quella che ha già rovinato scuola, sanità e giustizia: non rendevano.
La linea che conduceva a Trento e Bolzano era uno dei famosi rami secchi, insomma.
Le reazioni locali peraltro non vanno molto oltre: per il direttore di un quotidiano locale il problema è che tanti capitolini rischiano di passare altrove le loro settimane bianche. Così è iniziato un gioco delle parti: il presidente della Provincia a schierarsi con i pendolari e le ferrovie che si appellano ai bilanci e, semmai, a suggerire che visto che di quei problemi la provincia autonoma non ne ha, a finanziare i vagoni dal Brennero fino a Verona potrebbe pensarci lei.
Finirà così, probabilmente: la Provincia conquisterà un'ulteriore competenza, lo Stato - o chi per lui - risparmierà qualcosina.
E Bolzano? Non importa agli altoatesini di staccarsi da Roma? No, anzi, fa piacere, probabilmente. Per un Trentino di questo passo diventerà più comodo arrivare a Berlino che alla Stazione Termini. E viceversa pochi saranno i capitolini disposti a cambiare a Bologna pur di conoscere le Dolomiti e i loro abitanti.
E questo è il discorso di fondo: una comunità, dall'impero di Roma in poi, fatta anche di comunicazioni e scambi. Quando l'impero non arriva fino ad un capoluogo di regione, quando rinuncia ad un trasporto diretto con le ultime provincie, la decadenza è già iniziata.
Ma, come insegna Adriano, ritirarsi da alcune lande almeno può allontanare la fine.

sabato 20 dicembre 2008

qualcosa di bello

Almeno la domenica.

venerdì 19 dicembre 2008

DS & Margherita\2

WASHINGTON (19 dicembre) – Ad appena tre giorni di vita lo operano per un tumore al cervello, ma nella sua testa trovano un piede. E' accaduto in un ospedale a Denver dove il dottor Paul Grabb ha operato il piccolo Sam Esquibiel, e con la sua equipe ha trovato all'interno del cranio del bambino un piede perfettamente formato. Secondo il Denver Post, si tratta di un caso senza precedenti. Al piccolo Sam era stata diagnosticata una massa cancerosa e durante l'operazione - avvenuta l'ottobre scorso ma resa pubblica solo adesso - i medici hanno trovato, oltre a un piede, anche l'abbozzo di una mano, di una coscia e di un altro piede. Difficile spiegare le cause delle singolari formazioni. Non è escluso che si tratti di un feto gemellare, in cui uno dei due ha tentato di svilupparsi “all'interno” dell'altro. Nel frattempo Sam è tornato a casa salvo e i medici hanno prescritto un costante controllo del sangue per monitorare nuove eventuali formazioni. (wwwilmessaggero.it)

giovedì 18 dicembre 2008

martedì 16 dicembre 2008

lo scissionista

Quello che vedete alla vostra sinistra è un altro di quelli che pende a destra: Nichi Vendola, come direbbe Al Gore "l'ex prossimo segretario di Rifondazione Comunista." Discepolo di Bertinotti, a succedergli pareva destinato; non aveva capito che proprio quello non gli si poteva perdonare.

Si racconta che il rugby nacque quando un calciatore, forse in difficoltà, prese la palla con le mani e corse fino a depositarla nella porta avversaria. Lui fa lo stesso:siccome il partito non vota per lui e presto ne fonderà un altro. Per poi, chissà, scinderlo di nuovo, e ancora e ancora, fino a fare i congressi assiso sul seggiolone, col vago timore che la mamma lo metta in minoranza. Non temere, Nichi Vendola, da solo, insieme a te, presto ci sarà Veltroni. Contento te!

lunedì 15 dicembre 2008

Continuate voi...

Poldino & DC saranno assenti per qualche giorno.
Nel frattempo, vi lasciano un incipit con l'invito a proseguire con la narrazione.
Lasciate i vostri racconti nei commenti, o inviateli a ladonnakannone@gmail.com*
Li sottoporremo al giudizio insindacabile di zia Elena.
Quello che le piacerà di più di più di più, sarà premiato con una collana Birgit di creazione Red Blizzard (vedi foto)
Ecco l'incipit:
Non rimane niente di te, della tua voce e delle tue scarpe scalcagnate. Con sollievo mi accorgo che il tuffo al cuore quando ti vedo dietro l’angolo è solo un attimo. Che le treme non mi manano e la voce non si gola nella ferma. Non hai lasciato traccia. Né fuori né dentro di me. Certo, a volte l’azzurro del cielo mi squarcia. Mi ferisce il sole sulla neve. Allora giro l’angolo e chiudo la tenda. Nascondo nell’arruffo dei capelli il cuore molle.
E quando la notte ancora sogno la tua voce, una parola mi riporta la quiete:
* entro il 25 dicembre 2008

prego, dopo di lei

Le donne vanno in pensione prima. Giusto? Sbagliato? Non è questo il punto: sono forse più deboli, vivono più a lungo. Il punto è che la proposta del ministro Brunetta rivela una tendenza, anzi un costume: per un malinteso senso di giustizia i diritti si pareggiano sempre equiparandoli a chi ne gode di meno. Si peggiorano le condizioni degli impiegati pubblici adottando come paragone quelli privati, si vessano gli operai italiani confrontando le loro condizioni a quelle dei cinesi, infine si spremono gli uomini proprio come le donne. Che ora raggiungeranno una parità che forse non chiedevano. Dalla flessibilità allo smantellamento del welfare le ultime conquiste sono una corsa a ritroso, una scala mobile verso il basso. Si peggiora, in nome dell’equità. Seguendo quella logica in base alla quale la Lega spinge a maltrattare i musulmani perché lo stesso farebbero con i cattolici in Medio Oriente. Così va il mondo. Ma se proprio equità deve voler dire peggiorare, regredire, rinunciare, che Brunetta e gli imprenditori per un giorno guadagnino e vivano insieme all’ultimo raccoglitore\trice di pomodori extracomunitario\a. E poi proponiamo una nuova età pensionabile, e magari riparliamo di equità.

domenica 14 dicembre 2008

il sassolino

Durante la conferenza stampa con il premier, la contestazione: un giornalista iracheno si toglie le calzature e le lancia urlando al presidente «Questo è il bacio d'addio, cane»
(corriere.it)

sistema elettorale abruzzese

Nella foto Di Pietro tiene in mano ciò che resta di Veltroni.

venerdì 12 dicembre 2008

"Le meravigliose avventure di Silvana Rivolta"

"Chi c'è c'è, chi non c'è se ne vada a quel paese" con questo ritornello - pressapoco- Benedetta Zallocco ieri sera si rivolgeva a presenti e assenti alla sua esibizione al circolo Wallenda.
Chi non c'èra in effetti l'invito se lo meritava perchè per assistere al monologo della Zallocco valeva la pena di sormontare i cumuli di neve che dividevano la porticina del circolo in Via San Martino, a Trento, dal resto del mondo.
Sarà per la parlata da entroterra del centro Italia, sarà per il tema, "le meravigliose avventure di Silvana Rivolta" ricordano alla lontana i monologhi di Ascanio Celestini, quello che prima di comparire dalla Dandini incantava nei teatri. In più Benedetta Zallocco ci mette una verve da Gian Burrasca, che il pubblico lo incalza, invece di lasciarlo riflettere e compiacersi.
Se registra qualche enfasi di troppo, se di Silvana ci narra nuove - e un pò più avventurose - avventure, Benedetta Zallocco a quel paese non potrà mandarci mai.

Vieni in Trentino, scopri il caldo carisma dei tuoi peli

bei tempi.

giovedì 11 dicembre 2008

mercoledì 10 dicembre 2008

ripeti con me: settimo, non rubare.

chi lo vieta?

"non si può vivere nei campi rom e poi avere macchine e conti in banca. "

martedì 9 dicembre 2008

spermercato

(ANSA)- WASHINGTON,8DIC-Stretti dalla morsa della crisi economica, gli americani mettono in vendita cio' che hanno in dote da madre natura: i loro prodotti organici. Liquido seminale, ovuli giovani e robusti per la fecondazione artificiale, plasma per le trasfusioni e persino trecce di capelli lucenti. Ecco i compensi: tra i 60 e i 100 dollari per una fiala di sperma; 7.000 dollari per ovulo fertile; 200 dollari per una lunga coda di capelli; tra i 20 ed i 50 dollari per il plasma.

lunedì 8 dicembre 2008

come nasce una gobba

Roberto Murolo, chi era costui?

Un giorno, quando il mondo sarà migliore, le cosidette "cover" saranno catalogate tra i crimini contro l'umanità. Dopo le torture di Laura Pausini a Cocciante e Irene Grandi che fa dell'avanguardia con Bianco Natale, ci è toccato sentire La Cura di Battiato incisa da Celentano.
Per il Cielo in una stanza inciso da Fabrifibra probabilmente è questione di minuti.
Forse non tutti sanno che la Cura di Battiato parla di malattia mentale. No, non le solite follie d'amore da hit parade, bensì la patologia o l'ipocondria, parola che in effetti solo Battiato riesce a infilare nella metrica e nelle rime di una canzonetta. Canzonetta per modo di dire perchè c'è del visionario e della disperata premura, non il solito ritornello in la Cura, titolo da ricetta medica ma che mantiene un senso antico, intimo.
Sentirla canticchiare da Celentano come farebbe un infermiere con la sigaretta in bocca e la siringa a cavallo dell'orecchio suggerisce in effetti, la somministrazione di calmanti e, dopo i pasti, l'uso di camicie di forza con bavaglio. Celentano canticchia di "vie che portano all'essenza" come farebbe dell'ennesima biondina del suo repetorio.
Da una ventina d'anni Celentano, sempre meno molleggiato, dopo riflessioni anche di dieci minuti scrive che "la caccia e contro l'amore".
Morandi corre, gioca a pallone e canta, come fanno certi vecchietti che tornano bambini.
Nicola di Bari di tanto in tanto compare ripetendo di essere appena reduce di una trionfale tournè in Kazikistan.
Califano biascica di avventure erotiche agitando un catetre.
Forse anche di loro sorrideva, Roberto Murolo, a un passo dai cent'anni.

giovedì 4 dicembre 2008

Histoire de C. Una escort si racconta…II parte

Ecco la 2° parte dell'intervista a Chiara di Notte

...Memorie di una devochka

DC: Come considerano la prostituzione non di alto bordo le escort? CDN: Le escort non lo so. Posso solo dire la mia. Innanzi tutto il termine “alto bordo” può significare tante cose e sarebbe lungo e noioso discuterne, ma di sicuro non significa “migliore”, almeno non dal punto di vista di chi fruisce. A volte è possibile trovare all’angolo di una strada per pochi euro il “sogno” di ogni cliente, e cioè una ragazza autentica, vera, disposta a “dare” molto di sé, mentre allo stesso modo è molto probabile incontrare una fregatura fra le ragazze che applicano alte tariffe. Essere d’alto bordo non significa avere prezzi elevati ma corrispondere ad un modello che, come qualsiasi cosa di qualità non è determinato solo dal prezzo ma da tutta una serie di elementi che lo rendono tale: il materiale, il design, le rifiniture. Una escort d’alto bordo non farà mai valere il suo senso di superiorità nei confronti di chi non è stata, come lei, fortunata. La sensibilità della “donna” che sottende la professionista è uno di quegli elementi. DC: E vice versa? CDN: Anche qui dipende se la escort è una stronza boriosa piena di sé che disdegna tutto ciò che non ritiene essere al suo livello oppure se, come dicevo, è una persona in grado di avere, nonostante la “parte snob” che è costretta per esigenze di copione a recitare, una certa dose d’umiltà. L’umiltà in questa professione è tutto. Non si deve mai dimenticare chi siamo, da dove proveniamo e dove un giorno tutte quante ci ritroveremo.

DC: La tua famiglia, i tuoi amici sapevano/sanno che facevi l’escort? Se sì, perché hai deciso di dirglielo? Se no, perché hai deciso di non dirglielo?

CDN: Credo che questa sia la domanda più difficile alla quale rispondere. Credo che una risposta, in un senso o nell’altro, implicherebbe un giudizio morale da parte di chi legge, oppure creerebbe degli interrogativi in chi ha o ha avuto lo stesso dilemma. Ebbene, dato che ho accettato d’essere intervistata credo che l’unico comportamento corretto sia rispondere con sincerità. Sì, l’ho detto. Perché ho deciso? Semplicemente perché anche se non l’avessi detto l’avrebbero sicuramente capito. Mia madre non è nata ieri ed io con lei non sono brava a mentire. Mi conosce talmente bene che non faccio in tempo a pensare una cosa che lei già la sa. L’avrebbe intuito ed anche un eventuale silenzio mi sarebbe parso un mancarle di rispetto. Ma devo dire che la mia scelta alla fine si è dimostrata vincente: sono felice di averlo detto, non sento alcun peso e so di aver ricevuto in quell’occasione il regalo più grande: il rispetto per le mie scelte. Con gli amici… se sono amici “veri” ovviamente lo sanno, se sono semplici conoscenti non vedo perché debbano impicciarsi della mia vita. Una cosa però dentro di me è chiara: chi lo sa, famiglia, amici, partner, non deve mai mai mai in nessun caso insultarmi o offendermi prendendo a pretesto ciò che ho fatto. Qualora accadesse, anche una sola volta, significherebbe la fine definitiva del rapporto.

DC: Cosa ti ha fatto chiudere il capitolo di professione escort? CDN: Questa è una delle "tessere del puzzle" che ancora mancano a comporre il quadro che in questi anni ho delineato riguardo alla mia storia, alla mia vita, alle mie esperienze. È una tessera fondamentale che ancora non ho voluto piazzare, forse perché è troppo vicina nel tempo ed ancora mi coinvolge profondamente. Per lunghi anni sono stata convinta che la mia personalità non potesse subire modificazioni rilevanti. Ero così sicura e decisa che col tempo, intorno a me, si era venuta a formare come una specie di rigida armatura che io credevo infrangibile. Ma non è vero che nella vita non si cambia, si cambia eccome; solo che molto spesso il cambiamento è talmente lento che non si ha il modo, o forse la voglia, di esaminare l'intera sua dinamica ed un certo giorno ad una certa ora, inaspettatamente, ho trovato i pezzi della mia armatura frantumati; per la prima volta mi sono sentita indifesa, e se non ci fosse stato chi si fosse preso cura di raccogliere quei frammenti, frantumarli fino a farli diventare polvere finissima per poi reimpastarli nuovamente, forse oggi non sarei qui a rispondere alle tue domande in questi termini. Il Blog, che io chiamo "il mio diario" è servito anche a questo. Sono una curiosa, mi piace studiare la gente ed oltretutto sono una narcisista, quindi quale migliore opportunità di rivedere le sequenze che compongono il film della mia vita? Ma anche se le tessere del puzzle, come nella scena finale di "Nuovo Cinema Paradiso", vengono piazzate a caso e non seguono né un filo logico né una linea temporale, sono certa che prima o poi avrò modo di rivedere il quadro completo.

Le domande di Poldino: Poldino: Cosa ti chiede più spesso chi viene a sapere che sei stata una escort? CDN: Se accade che qualcuno venga a saperlo e’ soltanto perché io ho deciso di dirlo e quindi ho già valutato la persona. Di solito non mi chiedono niente. Qualcuno mi ha detto “me l’ero immaginato, sai?” ma i più sono stati in silenzio e mi hanno guardata con affetto. Al massimo possono avermi chiesto: “com’e’ stato?”, ma il rispetto nei miei confronti ha impedito loro di chiedermi i dettagli che, se poi ho voluto, ho raccontato io quando ho sentito il bisogno di condividerli con qualcuno. P.: Come è cambiata la tua concezione della prostituzione entrandoci? CDN: Non è cambiata perché prima non ne avevo una. La prima prostituta che ho conosciuto e’ stata la mia amica Aniko’ e mi sembrava felice ed equilibrata. Quasi da ammirare per il suo spirito libero. Chissà, se avessi conosciuto subito una ragazza infelice del suo stato magari oggi parlerei diversamente e non sosterrei che la professione di prostituta non ha niente di sporco. Forse non l’avrei mai iniziata. Se mai la mia concezione della prostituzione e’ cambiata quando ne sono uscita e che mi ha spinta ad un impegno per aiutare chi non era stata fortunata come me. P.: Come è cambiata la tua concezione degli uomini lavorando come escort? CDN: Come in ogni cosa per imparare a conoscerla la si deve vivere da vicino e non per “sentito dire”. La professione porta innanzitutto a relazionare con gli uomini. Tanti uomini. Non è vero che quelli che sono fruitori del servizio, i cosiddetti puttanieri, non rappresentano un campione significativo della realtà maschile. Lo sono eccome. La passione per le donne, l’ossessione per il sesso, la ricerca spasmodica di qualcosa che non riescono a trovare in un viaggio continuo alla ricerca della escort perfetta. E’ per loro come un’eterna avventura, come quella di Ulisse. Non è forse “umano” tutto questo? P.: Aver fatto questo lavoro ti aiuta tuttora a capire le persone? CDN: Questo tipo d’esperienza può insegnare molto ed aiuta a comprendere meglio la realtà che ci circonda. Le persone con me si sono denudate. E non solo esteriormente, con me si aprivano e così mi davano modo di esaminarle. Di solito chi si incontra normalmente è sovrastrutturato perché le sovrastrutture gli servono per “mostrare di sé ciò che vuole che gli altri notino”. Insomma tutti assumono un travestimento, no? Il travestimento e’ la corazza che protegge in un mondo sempre meno coeso, meno solidale dove ciascuno è sempre più isolato. Invece il cliente, soprattutto se rilassato dopo l’amplesso, non aveva bisogno di sovrastrutture. I soldi erano già sufficienti ad ottenere ciò che voleva e non aveva bisogno di fingere. A meno che non volesse “conquistarmi”. In tal caso si comportava come la maggior parte dei corteggiatori e mi insegnava che in fondo gli uomini, quando vogliono ottenere qualcosa senza metterci i soldi, si comportano più o meno tutti nello stesso modo, facendo gli stessi discorsi, assumendo le stesse posture, usando gli stessi atteggiamenti. P.: Cosa cercavano veramente i clienti? CDN: Moltissimi solo il sesso. Un sesso ben fatto, senza inibizioni; forse quello che le loro compagne non riuscivano o non volevano dare. Poi c’erano i collezionisti, quelli che non volevano morire senza aver collezionato il più possibile. Costoro erano alla perenne ricerca del pezzo “raro” che non riuscivano mai a trovare, una specie di Araba Fenice. Poi c’erano quelli che cercavano anche un po’ di avventura; volevano mettersi alla prova e dimostrare a se stessi di saper conquistare l’inconquistabile, la cima della montagna più alta, la donna che raramente si innamora: l’escort. Pagando credevano affrettare i tempi per una relazione togliendo di mezzo quegli ostacoli che credevano di non poter superare senza i soldi. In fondo in tutti c’era un comune denominatore ed io, essendo a volte Circe, a volte una Sirena a volte Calipso riuscivo a capire qualcosa di ciò che albergava nell’animo dei tanti Ulisse che incontravo e sai cosa ho scoperto? Che in realtà Circe, Calipso o tutte le donne che potevano incontrare erano niente in confronto a Penelope. Per questo molte volte hanno cercato di trasformarmi in lei. Senza riuscirci. Credevano erroneamente che io non fossi lì per lavorare ma che facessi la prostituta per cercarmi un marito. P.: Capitava di incontrare i clienti anche fuori dal lavoro? Fingevano di non conoscerti? CDN: Capitava e facevano finta di non conoscermi solo se erano in compagnia di un’altra donna, oppure di qualche collega che non era al corrente del loro “vizietto”, altrimenti mi salutavano e si mostravano gentili. Se mai ero io che ero fredda e distaccata fuori dal lavoro. Mi imbarazzava quando qualcuno, incontrandomi per caso, voleva rinverdire le emozioni provate in un contesto dove i patti ed i limiti erano stabiliti da un contratto. Temevo che se fossi stata scortese non lo avrei più rivisto come cliente e se mi fossi mostrata troppo gentile lui avrebbe potuto fraintendere. Le Interviste Scomode Su blog2piazze

che skyfo

Tra chi non ha ospedali, strade asfaltate o scuole in piedi e chi non può stare senza Ilaria d'Amico e i film in prima visione il PD ha scelto questi ultimi. Prima vengono gli interessi di Murdoch, poi quelli che trascorrono l'inverno nei container di un terremoto qualsiasi di un paio di decenni fa.
Questo in sintesi si ricava dalle proteste all'innalzamento dell'Iva sulla Tv a pagamento, mosse dal partito di Veltroni, quello che un tempo difendeva gli operai e adesso chi li sfrutta. Oltre ai tifosi, perchè Veltroni, passato alla storia per aver allegato le figurine Panini al giornale fondato da Gramsci, in nome loro ha preso la parola contro l'innalzamento dell'IVa per la Tv a pagamento.
Sarebbe bastata la preoccupazione per l'informazione indipendente per non apparire dei demagoghi. Sarebbe bastato battersi per la chiusura di Sky e di ogni TV privata per essere di sinistra.
In un Paese dove si negano soldi ai musei, ai CPT, ai pensionati, un miliardario australiano e chi guarda i suoi programmi poteva pagare la metà dell'Iva.
Mentre il Manifesto agonizza.
Sarebbe d'aiuto alla politica nazionale accarezzare Walter Veltroni, condurlo davanti ad un album di qualche anno fa e fare la conta, come i bimbi di una volta: Berlinguer? Mi manca.

mercoledì 3 dicembre 2008

ci mancherà 2

Seppe guardare lontano: non vide mai nulla.

ci mancherà

seppe dare ascolto alla voce della storia. Peccato che cercando le armi di distruzione di massa invertì l'auricolare col microfono.

porco, Giuda?

Non intendevo in quel senso, sono stato equivocato. A dirlo per una volta non sono i nostri governanti ma quelli di uno stato estero: il Vaticano. Stato dai confini tanti ridotti da meritare un’altrettanto ridotta presentazione: parliamo di uno Stato che non ha firmato la dichiarazione dei diritti dell’uomo, uno Stato che ha abolito la pena di morte dal suo ordinamento nel 2001. Per rendere l'idea del suo ruolo di avanguardia diciamo che il suo attuale reggente, alla nascita di Obama, era già vescovo. Bastano questi pochi cenni per conoscerlo? No, ma forse per farsi un’idea delle parole con cui giustifica la sua opposizione alla proposta di depenalizzare l’omosessualità in tutto il mondo. Del resto nessuno l’ha mai sentito attaccare sul serio Gomorra, logico che il Vaticano se la prenda almeno con Sodoma.

martedì 2 dicembre 2008

casalinghe impazzite

Vi mettAllinea a destrao a parte di questo simpatico episodio di alienazione dei miei vicini.
Il biglietto che vedete - anonimo - è stato appiccicato
alla porta ieri sera. Credo di sapere da chi.
Prima di innescare una guerra condominiale e
sbattere in faccia ai vicini la loro alienazione e mancanza di cuore verso i passerotti, vi chiedo:
Come vi comportereste voi?
DC

domenica 30 novembre 2008

Mercatini&Mazzantini: panico in Trentino

Un nuovo balletto della Carrà o Magdi Allam che fonda un nuovo partito nulla sono contro due minacce che irrompono all’orizzonte. Sarà il caso di spegnere le televisioni, sigillare le finestre, uscire il meno possibile. Sono iniziati i mercatini di Natale ed è uscito l’ultimo romanzo della Mazzantini. Bugiarda patentata peraltro, perché ogni volta lo annuncia come ultimo e poi finisce che ne scrive sempre un altro, a tradimento. Non so, non voglio sapere il titolo, la vicenda, il messaggio, il finale. Dei suoi feutillon ne so già abbastanza. Il suo fu l’unico caso in cui il film ispirato era meglio del libro. E al film, all’entrata, invece dei pop corn distribuivano digestivi. Dei suoi personaggi profondi come questo schermo piatto, dei luoghi comuni che irrobustiscono le copertine, del politically correct che incolla le pagine non so che farmene, visto che pure a usarla da surrogato di carta igienica nel cassonetto dell’umido quella roba temo che fermenti. E che mi faccia ritrovare lì, in mezzo a tante sane mosche, i coniugi Castellitto, reduci dal loro casolare in Umbria che fa tanto England. Rimanete a casa, quindi. Resistete alla coda di pullman che sposta tonnellate di acquirenti verso i mercatini di Natale, questa tradizione che a Trento vanta ormai una storia di circa dieci minuti e che consiste in altrettante bancarelle che per altrettanti euro vi vendono se siete fortunati una magica spilla delle dolomiti intarsiata a mano da un bimbo cinese o, se falsa, da uno locale.
(in alto, la Mazzantini con una dichiarazione autografa che le fa onore ammette la propria incapacità di scrivere).

sabato 29 novembre 2008

sei un angelus

buon sabato sera

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“Si può fare” non è un film di quelli che dici: questo andrebbe proiettato nelle scuole. “Si può fare” andrebbe proiettato nelle piazze, nei giroscala, nei centri commerciali, nelle chiese, per terra e per aria, al mare e in montagna, di giorno e di notte, a primavera, d’inverno, nei cessi e negli stadi. Di modo che i ragazzi che una settimana fa hanno arso un barbone, il cinquantenne che stuprava una donna del Mozambico perché “l’ho comprata”, i dottori che si è scoperto asportavano polmoni per “stare nel budget” non possano sfuggirgli. In Arancia Meccanica la rieducazione di alcuni deviati passava per la visione di filmati. Ma quelli erano quattro balordi. Invece oggi è a tutta la società che bisogna tenere aperte le palpebre coi tiranti, che bisogna impedire di girarsi dall’altra parte. Il film di Bisio non è perfetto. La sua maniera di parlare dei matti a volta pare da prima serata in TV. I degenti somigliano troppo a maschere e alla fine troppo facilmente tutto s’aggiusta. Ma lo stesso mostra che “diverso” non significa per forza “peggiore.” Che confrontarsi conviene. Che si può essere sé stessi prima di essere malato, socio, figlio, risorsa umana. Probabilmente i nostri governati non hanno tempo da perdere dietro un film come questo. Ma la scena – pochi eterni secondi - in cui il protagonista deve scegliere qualcuno da assumere nella cooperativa sociale, con la porta che si chiude davanti alle facce degli esclusi vale da sola un loro discorso.

falso allarme

Crisi, crisi, crisi. Sui giornali non si parla d’altro. Crolla la borsa, il PIL, l’inflazione. Prima le case costavano troppo, ora poco: un vero guaio. Siamo in recessione. E i giornali di qualche mese fa che dicevano? Che eravamo in crisi, ma un’altra. Quella doveva finire nel 2009, questa chissà. Quella era congiunturale, questa la dipingono come la peggiore dal ’29. E i giornali dell'anno scorso di che parlavano? Giusto un anno fa moriva la signora Reggiani. Sulle pagine dei quotidiani si leggeva “barbaramente uccisa” da un rumeno. Da allora partiva l’assalto ai campi rom e l’ondata di esaltazione della legalità che ha fatto eleggere in parlamento così pochi incensurati. Prima c’era stato da risanare il bilancio lasciato da quel governo e prima ancora quello lasciato da quell’altro. “Pur in un quadro internazionale – così scommetterei scrivevano i giornali - segnato dalla crisi succeduta all’11 settembre.” Seguivano pagine sul caro petrolio e sulle ingenti risorse dirottate verso quel paio di guerre che, strano a dirsi, sono talmente già vinte da continuare. Colpa dei terroristi, che infilano l’antrace nella posta e minacciano con un nuovo sconvolgente video di colpire una capitale. A Roma massima allerta, a New York il codice cambia colore. Andando a ritroso passando per lo Tsunami, l’AIDS, i pedofili, i doberman o la mucca pazza, pagina dopo pagina, non ricordo un periodo di non emergenza. Vivere seguendo i mass media somiglia sempre più a palpitare nel buio di un bunker, con le mani sulla testa bisbigliando preghiere ad ogni rombo di bombardiere. Senza il sospetto che tutto ciò serva solo a giustificare ogni volta nuove misure straordinarie: il patriot act, l’abolizione dell’articolo 18, i massacri nelle scuole.

venerdì 28 novembre 2008

giovedì 27 novembre 2008

PD: nuoce gravemente alla salute

C’è chi crede che nelle recenti elezioni provinciali a Trento abbia vinto il “centrosinistra.” Si tratta piuttosto di un non-destra: per intenderci quelli contrari alle camere a gas. O almeno questo è quello che credevamo perché dalla giunta sono stati esclusi i verdi e quindi c’è da credere che gli altri partiti di simili preoccupazioni ambientali non ne avrebbero. Con un PD che balbetta un assessore ai verdi avrebbe dato voce a quel concetto che qualcuno con un ossimoro involontario dice sorpassato: il progresso. Invece no: Lorenzo Dellai, il monarca, anzi il vescovo che traghetta il Trentino verso il Medioevo, e che l’ha salvato dalla preistoria prossima ventura auspicata dalla Lega, ha rilevato che i verdi hanno preso pochi voti. E a chi è andato allora l’ottavo posto da assessore, quello deciso per ultimo? All’UDC, che alle elezioni non ha partecipato, e che quindi di voti al massimo, ha preso quello di castità. Quello dei pochi voti si scopre allora per quello che è: un pretesto. Per coprire le pressioni del PD, dicono i giornali. Che per fortuna neanche troppo si sorprendono: che il PD sia nato per sotterrare la sinistra ormai non è un segreto. Già che c’è sarà il caso che si occupi anche delle esequie di Raimond Bulins, che ieri, a Trento, è potuto morire di freddo. Si vede che nel bilancio del Trentino non c’erano soldi per una coperta.

un sondaggio da urlo

L’orgasmo per finta è l’ultimo capitolo di una recita che inizia dalle presentazioni “piacere, Cunegonda.” “ciao, che bel nome!” o ancora prima: “pronto? che bella voce!” e prosegue con il rito dell’uscita: “complimenti, che 126 fiammante!” Un gioco delle parti che regge il modello dei convenevoli in base al quale rispondere sinceramente alla domanda “come stai?” rischierebbe di suonare sgarbato. Quello che come in un call center ci impone di sorridere, sorridere, sorridere fino a dover rimediare a mostruose rughe d’espressione. Tutto nell’illusione di essere accettati. Illusione che deve essere alla base anche di numerosi amplessi in playback se la motivazione più gettonata - nel sondaggio qui di fianco - è “accondiscendenza.” A seguirla da vicino è la “noia.” Si finge l’orgasmo quindi un po’ come si conversa in discoteca: senza capire un’acca, senza avere il coraggio di ammettere che un genuino sbadiglio è meglio di una strizzatina d’occhio al buttafuori col codino sulla gobba. Non a caso terzo e quinto motivo per cui si fingerebbe l’orgasmo sarebbero “furbizia” e “per prendersi gioco dell’uomo.”
Gusto tutto relativo perché – fino a prova contraria - dei due quello che si diverte davvero è lui, che chissà perché tutte danno per ignaro della natura drammatica dei loro urli e nessuna invece sospetta beatamente disinteressato alle loro messinscene.

mercoledì 26 novembre 2008

Luxuria: una vacanza dai nostri indici

Chissà se l’Isola dei famosi almeno a qualcosa sarà servita. Se qualche leghista cresciuto a polenta e Tv capirà che i froci comunisti terroni sono esseri umani come lui. Speriamo di no: sbaglierebbe, sono molto migliori. Quest’anno la versione italiana del format dell’Isola aveva un favorito: Vladimiro Guadagno, meglio conosciuto come Luxuria. Previsione facile e difficile al tempo stesso, visto che a votare era il pubblico da casa. Ma tra cozze e mandrilli il trasgender ha sgominato tutti. Del resto per chi è abituato a prendere la vita contromano ma sempre di petto un mese e passa senza un insulto, una minaccia, un’irrisione deve essere sembrata una vacanza. Sarebbe rigenerante per tutti, prendersela una vacanza, dai nostri indici puntati, dalle strizzatine d’occhio e anche dall’accettazione degli omosessuali solo se bizzarri, alla Platinette. Settimane fa un giornalista ha risposto a diciotto offerte di appartamento fingendosi omosessuale. Ha ricevuto solo rifiuti. A Roma, non a Crotone, né in Honduras. Nelle interviste di oggi si comprende che Luxuria usa la vittoria per parlare per una volta come persona e non come personaggio. Può essere la chiave per aprire qualche porta.

lunedì 24 novembre 2008

Histoire de C. Una escort si racconta…

Narcisismo, curiosità,
avvenenza, sensualità
fascino e intraprendenza....
Torna l'appuntamento con le Voci dal sottoscala: A colloquio con Chiara di Notte, ex escort che ci svela la vita dietro le quinte della prostituzione d'alto bordo.
DC: Sul tuo blog http://chiara-di-notte.blogspot.com/ racconti di aver lavorato come escort. CDN: È stata per lungo tempo la mia professione. A volte mi sorprende che questo fatto continui tutt’oggi a stimolare interesse e talvolta domande non scevre di una certa morbosità. Mi accade spesso che la gente voglia “sapere”. Nonostante si viva in un’epoca in cui, almeno in occidente, si parla tanto di emancipazione sessuale, in realtà tale emancipazione è solo apparente ed il sesso è sempre e comunque un fatto peccaminoso.

DC: Come è nata questa professione? CDN: Ad essere sincera non sono stata io a scegliere la professione ma è stata lei a scegliere me. L’approccio alla prostituzione non segue per tutte lo stesso percorso. Moltissime ragazze vengono attirate, spesso con l’inganno, dal miraggio di una vita migliore. Si tratta di ragazze che vivono in Paesi in cui le possibilità di crearsi una vita dignitosa sono negate a causa della miseria e dell’ignoranza, e di solito sono quelle che vanno a rinfoltire le fila di chi esercita nella strada oppure in appartamenti organizzati come catene di montaggio e che sono quasi sempre controllate da organizzazioni malavitose. A me, invece, è andata diversamente. Per poter avere i soldi per mantenermi senza dover pesare sulla mia famiglia alla sera facevo la ballerina in discoteca. Me ne stavo per ore a ballare dentro una specie di gabbia per poter racimolare quei pochi soldi che mi bastavano appena per il cibo e per l’affitto di una stanza che dividevo con un’amica che si chiamava Anikò e come me era studentessa. Ballava anche lei in discoteca, però i soldi non le mancavano… Devo dire che anche se ero molto ingenua sapevo come li guadagnava quei soldi, però vedevo che era soddisfatta. Di lei avevo l’immagine di una ragazza sì disinibita e forse avventuriera, ma sicuramente libera ed indipendente cosa che avrei voluto essere anche io, ma che a causa dei miei tanti retaggi, ancora mi precludevo. Fu lei che in qualche modo mi fece accettare l’idea che vendersi non era poi una cosa così brutta. Prima di prendere la decisione passarono molti mesi: mi vergognavo, e poi ero davvero un’imbranata in fatto di sesso. Ricordo che quando capitò l’occasione e ci fu chi mi offrì molti soldi fuggii via spaventata, ma poi mi pentii di non avere accettato. Non dormii per tutta la notte pensando a tutti quei soldi che non avrei guadagnato neppure in un anno, e la sera dopo capitolai.

Fu come rompere il sigillo di qualcosa e l’esperienza non fu assolutamente negativa. Da allora capii che potevo usare il mio corpo oltre al mio cervello per ottenere ciò che desideravo. Oltretutto compresi il “potere” incredibile che poteva avere una prostituta nei confronti di chi si rendeva disponibile a pagare, e venni conquistata dalla curiosità di approfondire quell’aspetto per me nuovo ed intriso d’avventura. Iniziai a viaggiare, incontrai persone dalle quali assorbii molta di quell’erudizione che ancora conservo. Leggevo tutto ciò che c’era da leggere sull’argomento: la storia delle cortigiane, delle geishe e delle etere. Mi affascinavano quelle figure e volevo essere anche io una di loro. Vivevo quella professione senza che mi pesasse. Ho sempre avuto un mio personale concetto del peccato che non riguardava assolutamente il sesso, il fatto “morale” non mi disturbava e più vivevo quella condizione più acquisivo consapevolezza della mia capacità di manipolare i desideri degli uomini che incontravo. Era una sensazione magnifica, quasi di onnipotenza che troppo spesso mi ubriacava e della quale per lungo tempo sono rimasta schiava.

DC: Cos’è un’escort nell’immaginario collettivo e come è, invece, nella realtà? CDN: Delle differenze ci sono, è inevitabile. Essere escort è come essere attrice. Si recita una parte, si cerca di dare al cliente quello che lui vuole, e ciò è sempre diverso perché ogni persona ha pulsioni e desideri che differiscono anche se alla base ci sono sempre e comunque l’erotismo ed il sesso. L’escort, nell’immaginario collettivo e parlo dell’escort del tipo al quale mi sono ispirata io, non deve avere alcun tabù, deve far vedere che gradisce l’atto sessuale più del denaro che riceve ma non deve limitarsi solo ad aprire le gambe. Deve saper giocare, deve farsi sedurre perché ogni cliente quando paga desidera anche sognare che la donna con la quale in quel momento si sta relazionando non lo fa per i soldi, ma perché lo gradisce, perché lui è speciale, più speciale di ogni altro al mondo. La escort deve poi essere raffinata, educata, erudita per non dire addirittura colta, comunicativa, divertente e sensibile, perché il cliente vuol bearsi di aver pagato una donna altrimenti irraggiungibile non solo per la sua fisicità ma anche per la sua personalità e per la sua anima. Fuori dal lavoro invece le escort sono donne come le altre, con le loro paturnie, i loro difetti, i loro “momenti no”. Anche se la professione influisce a volte in modo preponderante sullo stile di vita, “dentro” ogni escort resta comunque la donna che è sempre stata. Ad esempio, io che nella professione mi mostravo spesso con atteggiamenti da donna disposta a tutto, nel mio mondo privato sono rimasta la “bambina” di sempre, sognatrice che ascoltava le fiabe raccontate dalla nonna. Dopotutto le mie origini sono contadine e tutta la raffinatezza e l’aria “snob” che faceva parte del “personaggio” che recitavo, le abbandonavo una volta che mi riappropriavo della mia veste di “normalità”. DC: Aspetti negativi e positivi della professione? CDN: Aspetti negativi? Quello che mi sovviene per primo è la dipendenza che può creare. Se una donna si abitua a vivere in quella dimensione, in cui incassa tanti soldi, frequenta alberghi e ristoranti raffinati, riceve regali preziosi e, soprattutto, s’illude che gli altri siano dei burattini da manipolare, difficilmente riesce poi a rientrare in possesso della realtà. Altro lato negativo, secondo me, è l’accettazione della “solitudine”. Fintanto che si esercita il mestiere non ci si può legare a nessuno. I motivi per cui dico questo possono essere molteplici, ma per quanto riguarda me, afferiscono soprattutto al lato affettivo. Come si fa a tornare fra le braccia della persona amata dopo aver passato la notte a scopare con un cliente? Ritengo sia una questione di rispetto, innanzi tutto nei miei confronti. Non si possono coinvolgere i sentimenti di chi, stando accanto ad una escort potrebbe anche accettare perché le vuole bene ma soffrendo in silenzio. Sapere di non dare alla persona che amo tutta la felicità che merita dando la preferenza al denaro mi farebbe sentire squallida. Lati positivi ce ne sono diversi: quello economico è di primaria importanza: nessuna professione “lecita” e’ in grado di rendere tanto nel minor tempo possibile; poi c’è il lato psicologico. Per esempio da ragazzina ero molto magra, dalle forme anche fin troppo adolescenziali nonostante stessi per compiere i diciotto anni, inoltre ero introversa e con una scarsa autostima; addirittura credevo davvero che non potevo piacere ad alcun uomo. Constatare che c’erano uomini molto gradevoli, affascinanti, intelligenti e colti, che addirittura s’innamoravano di me, disposti a pagare cifre da capogiro è servito a controbilanciare e, oltre alla conoscenza del mio corpo, della mia sessualità, dei miei desideri e tutta una serie di cose che altrimenti (forse) sarebbero rimaste sconosciute, mi ha fatto acquisire quel po’ di sicurezza che poi mi e’ stata necessaria a superare alcuni momenti difficili che ho vissuto. Comunque andasse sapevo che potevo far affidamento su ciò che la natura aveva mia messo a mia disposizione che ho a lungo considerato un talento.

DC: Aspetti inquietanti dell’umanità con cui ti sei relazionata? CDN: Moltissimi, ma non nei clienti che, bene o male nonostante i vizi e le perversioni, sono sempre stati comunque delle “persone” a loro modo corrette. Se mai gli aspetti più inquietanti li ho ravvisati in ciò che si poneva nei miei confronti in una posizione di “disinteressata amicizia”; tutti quei truffatori di sentimenti che girano intorno alle escort ed al denaro che la loro professione fa muovere. Chi esercita deve sempre porre molta più attenzione a chi propone rapporti diversi da quello stabilito dal “contratto” prostituta-cliente. Alcune mie amiche sono state fregate nei sentimenti e nei soldi e vedere la loro disperazione mi ha procurato un grande sgomento ed una sfiducia nei confronti del genere maschile talvolta esagerata. DC: È una posizione insolitamente privilegiata per osservare e conoscere l’essere umano – che considerazioni nei hai tratto? CDN: Incontrare tantissimi uomini, farci sesso e quindi vederli mentre si mostrano “nudi” non solo fisicamente, ascoltare le loro confidenze, le loro menzogne, mi ha insegnato tanto anche per quanto riguarda la vita al di fuori del lavoro. Credo di conoscere gli uomini, forse non tutti, ma sicuramente quella fetta che sente il bisogno di rivolgersi al sesso a pagamento. Inoltre esercitare mi ha dato anche modo di conoscere un po’ le donne attraverso gli sfoghi dei loro compagni, miei clienti. Ciò che dicevano era dal mio punto di vista orribile… ho scoperto una realtà di coppia piena d’insoddisfazione, d’incomprensione, di assenza di complicità e di rispetto che mi ha aperto gli occhi su molte cose. Ho imparato a conoscere i motivi per i quali venivano ingannate e tutto questo mi ha insegnato (forse) a comportarmi nei confronti dei miei partner poiché non avrei mai potuto sopportare che parlassero di me come quei clienti parlavano delle loro compagne.

DC: Quali sono i rapporti con altre donne che lavorano come escort? CDN: Ho sempre avuto poche amiche che fossero anche colleghe. Spesso i sentimenti che si creano, o perché una ha più successo e guadagna di più, o perché è più carina, sono sentimenti d’invidia. Di carattere ritengo di essere talmente introversa da risultare a volte “glaciale” e questo mi contraddistingueva anche quando ero escort. Ho sempre tenuto un basso profilo, di me sapevano poco tutti, soprattutto le “colleghe”. Ora che mi sono ritirata ed è chiaro che mai più riprenderò quel cammino, è diverso: ho tuttora dei rapporti stupendi con le sorelle che ancora esercitano le quali credo trovino in me adesso una persona con la quale possono confidarsi senza temere brutti scherzi che, di solito, fra professioniste possono avvenire soprattutto se ci sono in ballo clienti molto danarosi. DC: Qual è il profilo medio dell'escort (studentessa, casalinga, giovane…)? CDN: In Italia sono sempre state poche le ragazze che hanno potuto definirsi esattamente “escort” nel senso di cortigiane, geishe, prostitute che fossero simili alle eteree greche. Il fatto è che oggigiorno con il termine escort vengono indicate un po’ tutte le ragazze che in qualche modo si prostituiscono con l’esclusione di quelle che stanno in strada o nei bordelli; dalle casalinghe, alle modelle, alle studentesse, alle ragazze d’appartamento. Essere “escort” però, secondo me, rappresenta ben altro. È prima di tutto uno stile di vita che ha molte affinità con l’arte. Non so neppure se io stessa possa considerarmi tale. Anche se in molti mi hanno confermato che lo ero, non so quanto mi sia avvicinata a quel modello ideale che avevo in mente. Non è quindi una questione di profilo ma di vocazione. Deve “piacere”, deve essere scelto, sentito; si può essere escort ad ogni età anche se (è ovvio), perché sia un’attività redditizia dato che la fisicità ha una notevole importanza, risente di quei limiti che sono propri di ogni donna.

Appuntamento alla prossima settimana con la 2° parte dell'intervista a Chiara di Notte! Vi aspettiamo, DC.

Le Interviste Scomode Su blog2piazze

domenica 23 novembre 2008

inutile anche contro i crolli

MADRID - Da tutte le aule e da tutti gli spazi comuni della scuola pubblica Macias Picavea di Valladolid dovranno essere rimossi i crocefissi: lo ha stabilito il giudice del tribunale della città nel nord della Spagna, Alejandro Valentin, accogliendo così la richiesta avanzata nel 2005 dal genitore di un alunno e da una associazione locale per la difesa della scuola laica, secondo i quali, come recita la Costituzione spagnola, va garantito «la libertà di religione e di culto» e assicurato il carattere «laico e neutrale» dello stato spagnolo sui temi religiosi.

invito spettacolo 'La vita è una palla al piede'

AL "BAFFO DELLA GIOCONDA"
Via degli Aurunci 40 Roma -S.Lorenzo
Domenica 23 novembre 2008 ore 21.30
"LA VITA E' UNA PALLA AL PIEDE" (l'esistenza attraverso le imprevedibili traiettorie di una sfera di cuoio che calciata da un piede umano vola libera ed irrefrenabile verso il suo naturale destino : il GOOOOOL!!!!!)
Testi : Osvaldo Soriano-Eduardo Galeano-Darwin Pastorin
Voce Narrante: Mario Palmieri
Video: Garrincha-Maradona
Musiche: Tango-samba e ritmi sudamericani